Pronto soccorso Ospedale Maggiore Bologna

 
3.2 (44)

Recensioni dei pazienti

3 recensioni con 4 stelle

44 recensioni

 
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Voto medio 
 
3.2
 
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3 risultati - visualizzati 1 - 3  
 
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Voto medio 
 
4.0
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
4.0

La considerazione, anche di noi pazienti

Oggi mi sono recato al pronto soccorso del Maggiore con un sintomo poco simpatico, il rischio di un ictus era oggettivo ma non ho esasperato i toni, forse perché sono così, poco propenso al dramma.
Al mio arrivo le pratiche e, detti i sintomi, poche parole, misurazione della pressione anamnesi di massima e velocemente alle verifiche del caso.
Siamo abituati a sentirne di ogni sul sistema sanitario, erano anni che non passavo dalle loro parti, quindi un po’ di apprensione e qualche dubbio lo avevo.
I reparti immacolati ed il personale pronto e disponibile mi hanno rassicurato; l’attesa, non breve, mi ha permesso di osservare quanto fanno queste ragazze per noi, vecchi ammaccati o giovani scombinati, extracomunitari impauriti, ad ogni uno una parola e, comprensione.
Sarò stato fortunato, ma forse prima di criticare tutto mettiamoci nei panni delle persone che operano in questi ambienti, forse verremo trattati come meritiamo, apprezziamo queste persone che si sacrificano per noi, forse il segreto per essere considerati e considerare il sacrificio degli altri?
Buona vita a tutti.

Patologia trattata
Pressione arteriosa eccessiva e sospetto ictus transitorio.
Voto medio 
 
4.3
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Medicina d'urgenza

Non ho nulla da dire sul pronto soccorso... il mio rammarico è da attribuirsi alla Dott.ssa Zini, medico del reparto medicina d'urgenza dove mio padre è attualmente ricoverato in coma con lesioni cerebrali ed ora anche rischio polmonite per complicanze. Mio padre ha 74 anni, sopravvissuto miracolosamente (e grazie ai medici meravigliosi del Bellaria) ad un sospetto linfoma cerebrale. Da allora tre anni vissuti a provare a recuperare una vita dignitosa vicino a sua moglie (mia madre), non vedente. Poi la caduta... ed ora mia mamma con un filo di voce, quella che le è rimasta, tenendo la mano a colui che per lei sono stati i suoi occhi, il suo calore, il suo amore, chiede di poter avere "notizie" sulla possibilità di vita di suo MARITO. Non vuole disturbare e lo fa dopo tre giorni di ricovero, percependo un evidente peggioramento. La dottoressa in questione la liquida in 3 minuti dicendole senza mezzi termini che è in grave pericolo di vita e, con aria glaciale, le dice che ci vorrebbe un miracolo. Il giorno dopo peggiora lo stato polmonare e richiede nuovamente di poter vedere un medico. Dopo molto tempo di attesa compare la Dott.ssa Zini che la accoglie piuttosto seccata, chiedendole cosa volesse sapere ancora visto che avevano parlato MEZZ'ORA il giorno prima (accanto alla nipote!); ma io non sono la nipote... SONO LA FIGLIA! Mia mamma CIECA, era sola e ha tentato a forza di avere qualche notizia che la tranquillizzasse o la preparasse al peggio vedendo gli sviluppi, ma è stata trattata male. Farò di tutto perchè ciò non passi inosservato. In tutto questo, il reparto (tutti gli altri) è ottimo e credo comunque stiano facendo di tutto per tenere in vita mio padre.

Patologia trattata
Trauma cranico.
Voto medio 
 
4.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
3.0

Arrivo a piedi al Pronto Soccorso..

Alle 7 di mattina di domenica 22 aprile salgo a piedi sulla rampa di accesso al P.S.
Visibilmente claudicante, aggrappandomi al corrimano, tenendomi il ginocchio con una mano per cercare di alleviare il dolore che ad ogni passo si acuisce. Ogni tanto mi fermo a riprendere fiato.
Mi fermo ad una decina di metri dall'ingresso dove, all'esterno, alcuni infermieri sono in "pausa sigaretta". La loro vista e il loro fumare non mi disturbano affatto; anzi sono confortato, perchè (penso) avendomi visto così malmesso sicuramente mi allungheranno una di quelle carrozzelle che intravedo vicino alla porta, oppure mi chiederanno se ho bisogno di aiuto.
Invece nulla. Io li guardo, adagiato sul corrimano e con il mio ginocchio in mano, loro mi guardano, ma come se non mi avessero visto. Però si scansano un poco per farmi passare quando arrivo in cima.
Erano fuori servizio? Non era nelle loro mansioni allungarmi una carrozzina? Ma se uno di loro avesse incontrato uno zoppo che non riusciva a salire in autobus, sarebbe corso a marcare il cartellino prima di aiutarlo?
(Un piccolo episodio, da non ascrivere a malasanità, ma a mancanza di educazione. E un pò di buona educazione in più migliorerebbe- senza costi aggiuntivi- la sanità). Poi, una volta all'interno, sono stato trattato con competenza.

Patologia trattata
Algia al ginocchio.
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