Medicina Ospedale Voghera

Sottoposta recentemente ad una colonscopia presso l'ambulatorio di medicina, equipe Dr. Rossi, ho riscontrato competenza, professionalità ed un clima assolutamente cordiale. Il risultato è stata una colonscopia in assenza di qualsiasi problematica o sofferenza, ivi incluso il trattamento preparatorio consigliato dal sito ASST Pavia.

Rispetto ai tempi del mai dimenticato dr. Buratti, il Centro anti-diabetico funziona attualmente sulla "sufficienza". I buoni medici che vi lavorano (cito uno per tutti, il dr. Salomoni) probabilmente hanno troppi casi da affrontare per assicurare una maggiore assistenza (due visite annuali per i diabetici di tipo due non mi sembrano molte, soprattutto per i pazienti ultrasessantenni).
Purtroppo l'allora Direttore Sanitario ASL, Fossà, commise l'errore di depotenziare il Centro in nome di non meglio precisati (per noi pazienti) criteri gestionali.
Auspico una revisione dei criteri ed un aumento assistenziale.

Sentitamente ringrazio per l'intervento di paracentesi effettuato dal bravissimo dottor Dr. Pellegrini (cui è seguita toracentesi in Chirurgia).
Siete splendidi professionisti.

Vorrei ringraziare vivamente tutto il personale (ai diversi livelli di responsabilità) di Medicina 2 dell'Ospedale di Voghera per le cure e l'assistenza prestatemi durante il non breve periodo in cui sono stato ospite della struttura. Ho apprezzato il modo in cui, in una sede di sofferenza, le operatrici che si alternano accanto ai letti dei degenti, sempre con il sorriso, svolgono il loro delicato lavoro. Colpiscono l'entusiasmo e la disponibilità con cui creano un clima di empatia, che è il più adatto per sollevare il morale dei pazienti.
Colgo l'occasione per sottolineare, alla luce dell'esperienza personale, i meriti - ordinariamente misconosciuti o sottovalutati - che hanno gli operatori della sanità che hanno i contatti diretti con i malati.

Vorrei ringraziare la Dottoressa Katerina Vjero, una professionista seria, competente e, cosa rara, di estrema umanità che, insieme ad un altro eccezionale medico del Laboratorio di Anatomia Patologica, il Dottor Stella, con abilità, tempestività e decisione probabilmente mi hanno salvato la vita.
Alla dottoressa Vjero vanno anche i complimenti degli endoscopisti dell'IST che hanno commentato con "Tanto di cappello!" gli esiti dell'intervento da lei eseguito magistralmente, con naturalezza e modestia.
In un momento così particolare e destabilizzante, ho avuto la fortuna di incontrare due splendide persone che non finirò mai di ringraziare.

A mia moglie ricoverata, guarita da setticemia e tornata a casa con gravi piaghe da decubito, non capisco come mai le infermiere (o chi per esse che si occupava dell'igiene) non si sia accorto di nulla, o abbia fatto finta di nulla.
Ottimi medici e ottima struttura, ma questa è stata una pecca grave. Preciso che la moglie non ha mai avuto, prima dell'entrata in ospedale, piaghe da decubito. Inoltre ora capisco perché due giorni prima di essete dimessa le è stato messo il materasso antidecubito, ma non subito su una paziente affetta da SM e senza possibilità di muoversi...

Se non fosse per il dott. Carbone, l'unico che ha dimostrato competenza e umanità, l'esperienza con mia madre anziana è stata terribile.
Dal pronto soccorso l'hanno ricoverata in Neurologia perché in Medicina non c'era posto, ma lì non avevano le apparecchiature adatte e questo le ha dato il colpo di grazia. Gli altri medici trattavano noi parenti come una fastidiosa seccatura. Uno di loro si è risentito perché, disperata, gli ho chiesto gli esiti degli esami del sangue (mia madre a quel punto stava morendo) e con aria di sufficienza, prima di comunicarmeli, mi ha detto che lui non era tenuto a comunicarmi niente...
Tra il personale infermieristico fortunatamente ho trovato più comprensione.

Reparto ospedaliero dall'aspetto cadente e decadente, gestito come ai primordi della medicina. Entrate qui, e vi sentirete trasportati negli anni Sessanta, quando le strutture ospedaliere italiane erano all'incirca pari a quelle moldave di oggi. Ivi compresa una cronica mancanza di informazioni per il malato e i suoi parenti. Certo, la vetustà dell'edificio e delle infrastrutture è un impedimento. Ma armati di decenza, competenza e dedizione si potrebbe fare molto di più.