Ginecologia San Raffaele

Ho partorito a novembre 2021 con parto indotto dieci giorni dopo data presunta. Non so se sia stato un caso, ma era un vero e proprio delirio. Mancavano le stanze, la sala pre/post parto dove sono stata era stipata al massimo con un solo bagno in condizioni abbastanza precarie. Personale ostetrico purtroppo poco presente durante il travaglio, in particolare una ostetrica ha fatto di tutto per convincere mio marito ad andarsene (cosa che non ha fatto) per rompermi le acque senza che ci fosse reale bisogno; infatti le ho rotte da sola mezz’ora dopo. Ha poi negato insieme ad una ginecologa di turno l’epidurale chiesta per tempo e per la quale avevo fatto la procedura pre ricovero. Se non fossi stata più che preparata al travaglio, grazie alla consapevolezza acquisita con un percorso ostetrico privato, non credo sarebbe andato bene il travaglio. Siamo starai lasciati soli, nessun aiuto o consiglio. Peraltro nella fase espulsiva voleva a tutti i costi stessi sdraiata mentre io volevo stare in posizione accovacciata. Nel post parto sola, nessun consiglio su allattamento e no Nido per poter riposare. A causa delle regole del Covid, il padre poteva stare solo tre ore al giorno. Mi sono fatta dimettere il giorno prima delle dimissioni previste. Non un’esperienza positiva insomma. Tutto il contrario di quanto era stato presentato al corso pre parto. Un plauso invece alle infermiere del reparto maternità, che sono molto attente alla donna e al suo bambino, ma che sono poche per le moltissime madri presenti e questo comporta stare sempre sole per la maggior parte del tempo.

Esperienza negativa: in due anni (dal 2015 al 2017) ho perso solo tempo. L'unica dottoressa che si distingue in positivo è secondo me la dottoressa Veronica Sarais.
Recatami privatamente da un'altra parte, sono stata seguita molto meglio e ora sono incinta.

Ho fatto il gravissimo errore di seguire il consiglio di una amica e mettermi in lista in questo ospedale per una miomectomia. All’atto dell’inserimento in lista mi era stata prospettata una attesa di sei mesi, che sono diventati 12... e non sapremo mai quanti sarebbero stati alla fine perché, a causa della attesa, uno dei fibromi è andato in necrosi e ho dovuto essere ricoverata in urgenza in un altro ospedale. Quando ho iniziato a stare male ho chiesto “udienza” al chirurgo, che non mi ha mai risposto. Non metto in dubbio la competenza tecnica, ma a livello di umanità e serietà con chi si rivolge a loro tramite servizio sanitario, siamo a zero. Da evitare se non avete una ottima assicurazione o i fondi per pagare cash.

Ho chiesto l'epidurale e mi è stata negata. È inaccettabile, non ho un buon ricordo. Mai visto l'anestesista.

Durante l'intervento di incisione e drenaggio della ghiandola, mi è stato tranciato un vaso sanguigno, poi ricucito male. Questo è stato poi il motivo delle mie continue emorragie improvvise, a loro dire inspiegabili.
Ho risolto solo due mesi dopo, quando sono stata operata di urgenza in un'altra struttura. Pessima esperienza che non auguro a nessuna donna.

Sono stata ricoverata a luglio 2010 in reparto per induzione al parto. Dopo 1 giorno di ossitocina per indurre il parto non avevo dilatazione e successivamente vengo portata in sala per il taglio cesareo del mio primo figlio. Il bambino nasce ed è in salute e dopo le prime ore vengo portata in reparto e lasciano il bambino nella culletta accanto a me. Dolorante non riuscivo a prenderlo dalla culla per allattarlo e le infermiere erano troppo occupate per potermi passare il bambino, pertanto lo faceva la mia vicina di letto, che era più in forze di me.
Non sono stata assolutamente ascoltata e supportata nell'allattamento e nella gestione del bambino.
Dopo una settimana di degenza in cui scopro do aver preso un germe ospedaliero, decido di firmare di mio pugno le dimissioni.

Nel centro PMA io ho trovato zero empatia, una domanda è lecita, due sono troppe.
Glaciali, a partire dalla signora in accettazione, di una maleducazione fuori dal comune.
Dottori che compilano dei fogli dandoti spiegazioni alla velocità della luce senza nemmeno avere la possibilità di replica. Se si viene da lontano, attenzione a scriversi tutte le domande da fare, perché poi alle email difficilmente rispondono, magari (forse) dopo 4 o 5 giorni.
Andare a pagamento o con il SSN non cambia la storia.
Mi spiace ma, sebbene sia nata mia figlia grazie a loro, devo ammettere che non consiglierei il centro.
Penso di aver incontrato tutti i dottori negli anni e l'unica menzione positiva è per la Dott.ssa Maria Teresa Potenza.

La visita ginecologica è stata davvero sbrigativa. La dottoressa era la prima volta che mi vedeva e mi ha fatto alcune domande mentre altre le ha saltate, sbagliando le risposte nel referto. Per esempio, ho avuto la prima mestruazione a 15 anni e ha scritto 12; non mi ha chiesto nulla su anamnesi familiare; non mi ha chiesto se sia fumatrice e ha inserito che non lo ero. Referto che ho poi letto uscendo perchè mi ha liquidata rapidamente per poter fare entrare una collega e farle un test. Non tornerò mai più.

Dovevo fare una isteroscopia operativa, su indicazione del chirurgo ho preso per un mese una pillola che mi ha fatto stare molto male. Quando chiamo per comunicare il primo giorno del ciclo mi dicono le ipotetiche settimane in cui avrei subìto dell’intervento. Dopo una settimana e mezza chiamo per avvisare che stavo assumendo un farmaco per un’allergia e scopro che il chirurgo è in vacanza e non mi avrebbe operata fino a settembre.
Riassunto: sono stata male un mese, ho spostato appuntamenti di lavoro perché mi avevano detto che in quelle settimane mi avrebbero operato e, se non avessi chiamato, nessuno si sarebbe sognato di avvisarmi;
dimostrazione di poca serietà e pessima professionalità.

Mezzora di attesa. Consulto per possibile infertilità. Dottoressa glaciale, zero empatia e a tratti scortese. Sono stata a disagio tutti i 25 minuti della visita (160 euro). Il mio compagno non è stato fatto entrare. Lettino con carta sporca del paziente precedente. Nessun consiglio, solo lista esami e scelta di procedere con fecondazione in vitro sulla base del nulla. Non tornerò più.