Gastroenterologia Casa Sollievo della Sofferenza

 
3.2 (19)

Recensioni dei pazienti

7 recensioni con 2 stelle

19 recensioni

 
(8)
 
(1)
 
(2)
 
(7)
 
(1)
Voto medio 
 
3.2
 
3.1  (19)
 
3.0  (19)
 
4.0  (19)
 
3.0  (19)
Torna alla scheda

Filtra per malattia, intervento, sintomo

Voti (il piu' alto e' il migliore)
Competenza
Assistenza
Pulizia
Servizi
Commenti
Informazioni
Inviando il modulo si dichiara che quanto scritto corrisponde al vero e si assume responsabilita' legale in caso di commenti falsi. L'invio di commenti non veritieri positivi o negativi costituisce reato.
7 risultati - visualizzati 1 - 7  
 
Per Ordine 
 
Voto medio 
 
2.3
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
2.0

Disbiosi intestinale

Sono stato dal Prof. Andriulli per un consulto poichè da ben 4 anni avevo forti sintomi dispeptici, ho perso tanto peso e avevo costantemente diarrea, dolori addominali, stanchezza e dolori muscolari. Non sono stato minimamente ascoltato, nè ho ricevuto una diagnosi. Risultati: ulteriore aggravamento dei disturbi, 14 ricoveri in ospedale e soluzione trovata dal sottoscritto studiando la materia. Non vado oltre...

Patologia trattata
Disbiosi intestinale.
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
1.0

Figlia di ricoverato

Mio padre è ricoverato da quasi una settimana e sono stati fatti appena 3 esami, altri esami li abbiamo fatti fuori - sempre sottoscritti da voi. Ancora oggi non si è mosso nulla. Mio padre ha un tumore al colon retto ulcerato e lacerato ed ormai i medicinali non hanno più effetto. Si è ricoverato che aveva dei piccoli dolori; ora si ritrova che i medicinali non hanno più effetto. Chiami gli infermieri per mettere le flebo e si presentano dopo un'ora e intanto lui soffre dal dolore. Finisce la flebo e per venirtela a togliere ci mettono un'altra ora. Vuoi chiedere spiegazioni a un dottore e non ti calcola nessuno. Abbiamo ormai tutti gli esiti, ma ancora nessuno può dirci se ci sono metastasi. Grave e forse martedì prossimo iniziano a vedere con la radioterapia.. Però ancora non se ne parla per iniziare a farla. E intanto le cose peggiorano ed i dolori sono sempre più forti. Che vergogna. Non aggiungo altro perchè potrei dire cose davvero pesanti. Vorrei aggiungere un'ultima cosa: è un mese che mio padre perde sangue dal retto. Regolatevi un po'..

Patologia trattata
Tumore colon retto.
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
2.0

Pancreatie acuta severa

Ciao sono Simone e sono uscito da 2 giorni dal reparto di gastroenterologia di casa sollievo della sofferenza. Voglio associarmi a tutte quelle persone che non si sono trovate bene. Premetto del personale non tutti gli infermieri sono delle persone che secondo me dovrebbero cambiare lavoro, come gli O.S.S. e così anche i dottori. Sono stato ricoverato 17 giorni e in questi di mi è successo di tutto. Ora vi elenco alcune cose che mi sono successe. Dal 1° al 4° giorno nessuno mi chiedeva come stessi, gli infermieri entravano, anzi, se entravano, solo per cambiarmi le flebo, però dopo che avevo suonato il campanello almeno 2/3 volte. Addirittura un giorno sono rimasto dalle ore 20:00 alle 23:30 con la flebo finita. C'è il turno nuovo mi disse, perché non hai chiamato.. Quando rispondevano al campanello erano sempre scocciati. Ripeto, non tutti erano uguali.
Poi dopo 4 giorni mi è venuta la febbre che variava da 37,5 a 38,8, allora io pensavo che avendo la febbre che non scendeva mai erano loro che dovevano pensare a tenerla sotto controllo e a monitorarla... Sì magari... invece ero io che mi dovevo alzare dal letto e cercare o aspettare che passasse qualcuno ogni 2/3 ore per tenerla sotto controllo. Oppure chiedere una tachipirina. Poi quando riuscivo a chiedere se me la misurassero, erano anche scocciati.
Poi il 12/05/2015 mi hanno dimesso. Ero tutto contento e visto che prima delle 13:00 non portano il foglio di dimissioni, così ho mangiato, ho avvisato mia madre (che si trovava con me) e mia sorella (che si trovava al paese di mia provenienza). Così dopo aver mangiato ed erano passate almeno 2 ore dalla visita, mi sono vestito, ho preparato le mie cose e sono andato a fare la richiesta per farmi spedire la cartella clinica a casa. Intanto che io facevo queste cose, mia madre era andata a parlare con il prof. Andriulli, visto che dovevo affrontare un viaggio di non pochi km. Il prof. le disse: Signora, noi non dimettiamo pazienti che non sono guariti o che non possono fare la convalescenza a casa. Ultime parole famose, io mi trovavo a richiedere la cartella e venne la figlia del mio vicino di letto e mi disse: Simone torna su che tanto non esci e ti vuole parlare urgentemente il Prof. Conoscitore. Rintraccio mia madre, le dico come stanno le cose, intanto a me era crollato il mondo addosso perché non SAPEVO COSA STESSE SUCCEDENDO. Vado a parlare e il medico mi dice non ti dimettiamo più perché hai i valori delle piastrine e dei globuli bianchi alti. Quanto alti gli chiesi? Piastrine 1.000.000 e globuli bianchi 22.000. Vi posso dire che piastrine dovrebbero essere tra i 300.000 e i g.b. 11.000. Ero a rischio di trombosi, ictus o infarto. Fate voi da quel giorno quanta fiducia ho potuto avere nei confronti del primario. I giorni successivi che mi visitava il prof Conoscitore è riuscito a farmi abbassare tutti e due i valori. Purtroppo il lunedì 18/05/2015 il Prof. Conoscitore non c'era e il primario mi ha dimesso. I valori erano 600.000 piastrine e 12.000 g.b. Allora mia madre é andata a parlare con la dott.ssa Niro e la sua risposta é stata. Signora, siamo in Italia, se suo figlio si sente male durante il viaggio si ferma e chiama il 118. Cosa che ha scritto anche nella lettera di dimissioni. Ora sono riuscito a tornare a casa, ma immaginatevi il mio viaggio di rientro e vi dico che gli avevo fatto presente che dovevo anche guidare io. Per loro ero guarito perché la diagnosi con cui ero entrato non dico che l'avevano guarita, perché ci vorrà del tempo, ma l'avevano attenuata.

Patologia trattata
Pancreatite acuta severa.
Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
2.0

Errori diagnostici

Tempo fa, nonostante visita a pagamento e relativo ricovero, non sono riusciti a diagnosticare una "normale" patologia infiammatoria intestinale. Medici arroganti, disservizi, lungaggini, impossibilità ad ottenere informazioni, hanno causato perdita di tempo e aggravio della patologia per assenza di terapia. Sono stato costretto a migrare a Rieti, dove finalmente, grazie al Dott. Barberani, nell'Ospedale di Rieti, SENZA DOVER PAGARE UN CENTESIMO, ho ottenuto terapia adeguata dopo accertamenti diagnostici precisi (in Day Hospital, in un giorno e non con i lunghi inconcludenti ricoveri nel reparto di Gastroenterologia della Casa della sofferenza di San Giovanni Rotondo).

Patologia trattata
Patologia che avrebbero dovuto trattare: Crohn
Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Esperienza negativa

Ho avuto la disavventura di incappare in questo reparto 5 anni fa, ma ritengo utile mettere a disposizione la mia esperienza a quanti siano alla ricerca di informazioni e, magari, sono affetti dalla stessa patologia di mia nonna. Preciso di non poter esprimere giudizi sull'assistenza infermieristica e sulla pulizia del reparto, perché mia nonna non vi è stata ricoverata, ma posso spendere qualche parola sulla competenza dei medici che vi lavorano.
Nell'ottobre 2007 fissai una visita all'ambulatorio di reumatologia presso il reparto di Medicina Generale dell'Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza per mia nonna (all'epoca 80enne), afflitta da artrite reumatoide e da plurime ernie del disco che le procuravano dolori lancinanti e le rendevano problematica la deambulazione. Specifico che mia nonna ha una disfunzione del fegato e delle vie biliari dovute a un ispessimento della bile, che deve essere attentamente valutata nella somministrazione di qualsiasi farmaco: per tale ragione avevo portato tutti i referti e i risultati delle ultime analisi di mia nonna per poterli mostrare al reumatologo.
Dopo aver escluso ogni tipo di intervento chirurgico date la posizione delle ernie e l'età di mia nonna, il reumatologo, tenuto conto della patologia epatica di mia nonna, ritenne opportuno chiedere un consulto dal reparto di gastroenterologia prima di prescriverle una terapia antiinfiammatoria e antidolorifica.
I medici chiamati a consulto, dopo un esame piuttosto sommario degli esami di mia nonna (nemmeno 5 minuti di orologio: e la documentazione che avevo portato era piuttosto "corposa"), ci dissero laconicamente che la situazione del fegato di mia nonna era "estremamente compromessa" e che qualsiasi tipo di terapia farmacologica per l'artrosi avrebbe potuto farla precipitare. Fine consulto. Dopo aver letteralmente inseguito i medici nel corridoio per chiedere ulteriori delucidazioni (mia nonna non avrebbe potuto fare alcuna terapia per i problemi reumatologici? avrebbe dovuto modificare la terapia che già seguiva per il fegato?), questi, visibilmente seccati, mi dissero bruscamente "guardi, con la patologia epatica che ha, se tutto va bene sua nonna ha ancora 6 mesi di vita".
Lo shock di quella "sentenza" inaspettata, la freddezza e la maleducazione dei medici (si può comunicare una notizia di questo tipo a un paziente o a un parente in un corridoio, senza alcun tipo di tatto e di umanità?) e la necessità di assistere mia nonna, che aveva ascoltato tutto, mi resero impotente e mi impedirono di chiedere altre informazioni ai medici. Il reumatologo prescrisse a mia nonna una terapia analgesica "blanda", che a suo dire avrebbe un po' calmato i dolori con un minimo impatto sul fegato.
Il giorno dopo, non rassegnandomi al responso ricevuto a Casa Sollievo della Sofferenza, chiesi un consulto urgente al reparto di Medicina Interna della Seconda Università di Napoli. Ebbene, sono trascorsi 5 anni e mia nonna conduce una vita dinamica e attiva (compatibilmente con gli acciacchi dell'artrite e delle ernie, per i quali segue una terapia ad hoc): la sua patologia epatica non era evidentemente mortale, ma doveva essere soltanto adeguatamente monitorata e tenuta sotto controllo con la giusta terapia farmacologica. Per questo ringrazio il prof. Lucivero, della Seconda Università di Napoli, medico competente e umile e uomo di rara sensibilità, e la sua equipe, che continuano a seguire con serietà e professionalità mia nonna.
Quanto al reparto di gastroenterologia di San Giovanni Rotondo, mi auguro che a nessuno tocchi vivere la mia esperienza e spero che in 5 anni le cose siano migliorate: non solo per la competenza medica, ma anche per l'umanità e la cortesia dei medici. Nel dubbio, se potete, rivolgetevi ovunque ma girate alla larga da questo reparto!
(Per inciso, a Napoli hanno sostituito anche la terapia prescritta dal reumatologo di Casa Sollievo della Sofferenza, perché aveva gravi controindicazioni epatiche... no comment...).

Patologia trattata
Disfunzione epatica e delle vie biliari.
Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Scandaloso!

Ho dovuto attendere più di una settimana per una colonscopia che, alla fine, non hanno ritenuto necessaria; nessuna accortezza per i cibi da somministrare a una persona indubbiamente affetta da una patologia intestinale, oltre che da un'intolleranza al lattosio (ah, ma secondo loro le intolleranze alimentari sono "una moda"). Nella mia personale esperienza ho trovato medici superficiali e giovani dottoresse più attente a far presente la loro presunta "esperienza nelle malattie infiammatorie croniche dell'intestino", che a esaminare i pazienti; personale scortese e arrogante.
A San Giovanni Rotondo ho perso tempo (prezioso) inutilmente e soltanto dopo un ricovero al Policlinico di Bari (durante il quale mi sono stati effettuati tutti gli esami diagnostici necessari), ho scoperto di avere il morbo di Crohn e ho potuto finalmente cominciare le terapie adatte.
Morale della favola: non è necessario macinare centinaia di chilometri, molto spesso le eccellenze sanitarie si trovano a pochi passi da casa vostra... e mi riferisco al Policlinico di Bari!

Patologia trattata
Morbo di Crohn - intolleranze alimentari.
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Esperienza negativa

Mi hanno tenuto segregato dentro in quella stanza fatiscente stipato con altri 5 pazienti per quasi 10 giorni senza farmi alcun tipo di analisi, andando a far saltare esami quali ileocolonscopia e gastroscopia perché, a loro modus pensandi, ne avevo fatte troppe... e come potevano, allora, riuscire a capire la mia malattia e la sua eziologia? Io sono intollerante, tra l'altro, al lattosio e alla caseina. Sono anche molto stitico. Ebbene, non solo mi davano da mangiare piatti all'interno dei quali il lattosio straripava (latticini freschi, purè di patate, ecc...), ma aggiungevano al tutto anche primi piatti come riso, nessuna verdura, mele o banane! E quando parlai loro della mia intolleranza, mi sentii rispondere: "Noi non crediamo nelle intolleranze, perché se ti diamo da mangiare un alimento al quale sei intollerante la reazione del fisico è quella di farti andare di corpo e ti liberi". Ma siamo impazziti?!!??! Sono rimasto ricoverato per tutto quel tempo per riuscire a farmi fare solo una ecografia e gli esami del sangue (che avrei potuto fare tranquillamente a casa mia in ambulatorio, a 180 Km di distanza da questo ospedale. La scortesia è ai massimi storici e chiamano i pazienti per numero, neppure per cognome!

Patologia trattata
Gastrite - Colite - Colon Irritabile - Intolleranze Alimentari - Disfunzioni Epatiche.
7 risultati - visualizzati 1 - 7