Casa di Cura Pierangeli di Pescara

 
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Recensioni dei pazienti

2 recensioni con 1 stelle

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Cronache sanitarie ai tempi del coronavirus

Mia madre, 74 anni, decide di sottoporsi a un intervento per decomprimere il midollo nel tratto vertebrale L3-L4. Siamo contenti perché, vox populi, abbiamo trovato un bravo chirurgo. L'intervento ha luogo il 13 maggio nella clinica convenzionata Pierangeli; mia madre si sveglia dolorante e confusa, ma è tutto nella norma. Noi siamo un po' preoccupati perché al telefono piange ma, causa COVID-19, non possiamo assolutamente vederla.

Il 19 maggio è trasferita alla clinica Spatocco per la riabilitazione e in questo frangente viene smarrito il suo apparecchio acustico. È sempre più confusa e agitata, non risponde più al telefono e quando parliamo con le infermiere capita che sentiamo solo singhiozzi e tv ad alto volume (la cartella clinica poi ci racconta che la mamma disturbava gli altri pazienti). Insistiamo per vederla ma niente, non è possibile. Quando smette di alimentarsi e le inseriscono il sondino protestiamo vivamente e solo a questo punto la direzione sanitaria fa uno "strappo alla regola" e riusciamo a vederla: mia madre arriva con un camice in disordine; ha lo sguardo attonito e stupito, il respiro sincopato e breve, non mi riconosce e non parla; solchi di lacrime essiccate le segnano le guance. Il primario parla di sindrome psicotica, un modo gentile per dire che, secondo lui, è impazzita. Il 10 giugno mia madre viene ricoverata d'urgenza e in stato soporoso all'ospedale di Chieti. La diagnosi è di sepsi e grave infezione polmonare. In Medicina arginano le varie infezioni, ma lei si allontana sempre di più, è in coma e preoccupa il suo stato neurologico. Intanto noi scopriamo dalle cartelle cliniche (sì, lo scopriamo perché non ci era stato detto) che è caduta dal letto il giorno dopo l'intervento.
Il 30 giugno mia madre subisce uno shock settico: terapia intensiva, tracheotomia e ventilazione meccanica; l'equipe della rianimazione riesce a curare la grave infezione polmonare e scopre che in precedenza ha avuto un’ischemia con conseguente emorragia cerebrale. Resta in condizioni stabili fino al 2 agosto. Poi improvvisamente una sindrome da stress respiratorio acuto. Mia madre muore il 5 agosto.

Patologia trattata
Decompressione midollo vertebrale.
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Nulla è come sembra

Clinica privata? Ma fatemi il piacere! Sporcizia, maleducazione, servizi zero. Iniziano a lavare il bagno alle 11.00 di mattina, colazione servita alle 10.00.
Ho avuto mia nonna ricoverata per una settimana in questa clinica. Un infermiere le ha urlato contro dicendole che si poteva alzare per togliersi la pala e buttare la "piscia nel cesso" come ha detto lui. Mia nonna è stata operata di femore, come può una signora anziana dopo 2 giorni dall'intervento alzarsi? E poi, se per andare in bagno ha bisogno di una pala, come fa ad alzarsi per buttare la pipì?
Ha continuato per tutta la sera ad urlarle contro, entrando ed uscendo dalla sala sotto gli occhi di ben quattro infermieri che non dicevano nulla, come se tutto ciò fosse normale. Sono dovuta andare io da lei, entrare la sera tardi per calmarla quando purtroppo l'uomo se n'era già andato.
L'unica cosa buona era quella che si poteva entrare a qualsiasi ora, senza che nessuno ti dicesse niente; "buona" si fa per dire ,perché come sono entrata io la sera tardi, poteva entrare chiunque. La vigilanza c'era ma non mi ha nemmeno guardata.
Ovvio, come in ogni cosa ci sono anche le persone buone che ti aiutano, come alcuni ragazzi OSS, ma che di fronte alle urla sono stati zitti.
Per non parlare della fisioterapista, scorbutica che pretendeva l'impossibile senza aiutare il paziente e che ha fatto alzare mia nonna solo una volta.
La mattina che doveva uscire per andare in un'altra clinica, non l'hanno voluta nemmeno lavare e vestire, mi hanno chiamato per entrare nella stanza, l'ho vista con le mutande abbassate e la vestaglia non messa: come faceva lei da sola a fare tutto ciò?
Siete vergognosi davvero, spero che questa mia recensione venga letta per aiutare chi volesse andare a non andarci.

Patologia trattata
Frattura del femore.
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