Neurochirurgia San Raffaele

 
4.7 (149)

Recensioni dei pazienti

149 recensioni

 
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4.5
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5.0

La buona sanità

Mio marito Bossi Salvatore è stato ricoverato nel 2005 in neurologia al S. Raffaele per problemi neurologici. Dopo 10 giorni di ricovero, durante i quali niente è stato trascurato, si è giunti alla diagnosi: idrocefalo normoteso non comunicante, operabile. Tempo un mese siamo tornati a Milano per l'intervento in neurochirurgia. Tutto è andato bene fino al 2008. Quindi ci sono stati cambiamenti notevoli, siamo ritornati in neurologia dove il dott. Magnani, che già conosceva la situazione, ha seguito scrupolosamente mio marito dovendo, purtroppo dimettendolo con una diagnosi infausta: parkinsonismo e iniziale (?) Alzheimer. Sono trascorsi due faticosissimi anni e poi, per ulteriori complicazioni, mio marito è deceduto (2010). In questi cinque anni i due reparti da noi frequentati sono stati il nostro riferimento. Ogni volta che si è reso necessario contattare i medici, dott. Magnani e il chirurgo dott. Franzin, non ho avuto problemi. Hanno capito la gravità, il nostro disagio nello spostarci da Pesaro a Milano, ci hanno facilitato nel darci appuntamenti in orari compatibili con quelli dei treni, hanno reso possibile i contatti telefonici ed epistolari, l'invio di Tac e risonanze attraverso il servizio postale e quant'altro. Sono stati altamente professionali e tanto, tanto umani. Grazie a voi. Vi ricordo con tanta stima insieme ai vostri collaboratori.

Patologia trattata
Idrocefalo normoteso: applicazione valvola.
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Gamma Knife - assistenza inesistente

Ho subìto intervento Gamma knife il 3 aprile e non ho mai incontrato lo staff medico, ma solo infermieri che mi hanno sottoposta alla preparazione e supportata successivamente. Sono stata in reparto una notte senza ricevere alcuna visita da un medico di neurochirurgia nel post intervento; alle dimissioni dall’ospedale ho cercato personalmente per i reparti il Prof. Mortini per avere un riscontro sul risultato dell’intervento, visto che a pagamento avevo fatto diverse visite da lui alla Clinica Di Roma, e mi ha liquidata in corridoio dicendo che non dovevo aspettarmi di avere un colloquio con lui e che non mi era dovuto visto che ero stata sottoposta con l’Asl all’operazione.
Al mio ritorno a Roma ho riscontrato forti giramenti di testa, debolezza generale e difficoltà a riprendere i normali ritmi di vita. A distanza di 10 giorni ho contattato il numero di Milano definito ‘per urgenze’ a cui però nessuno risponde. Dopo giorni riesco a parlare con una operatrice che mi dice semplicemente di recarmi in pronto soccorso, senza rassicurarmi se le conseguenze riscontrate possono definirsi normali in un iter post operatorio o meno.
Lasciata senza assistenza pre e post operatoria.
Ad oggi non so le conseguenze che avrà l’intervento sulla mia vita, ma sono molto preoccupata vista la totale inesistenza di assistenza.

Patologia trattata
Meningioma.
Voto medio 
 
4.5
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
5.0

Macroadenoma ipofisario

Mi permetto di scrivere queste parole soprattutto per chi, come me, ha avuto una diagnosi di tumore all’ipofisi.
Io, lo ammetto, non sapevo nemmeno a cosa servisse in un corpo umano l’ipofisi.
Il mio problema è cominciato quando mi sono accorto di una netta diminuzione della vista.
Dopo aver effettuato vari esami, il momento tragico e’ stato quando, effettuata la RM, mi e’ stata comunicata la diagnosi di tumore all’ipofisi.
Mi e’ stato spiegato che, tendenzialmente, sono sempre dei tumori benigni, ma in quel momento mi sono tremate le gambe, non mi vergogno a dirlo.
Devo ringraziare la tenacia di mia moglie se, 4 giorni dopo, abbiamo avuto la prima visita in neurochirurgia con la bravissima Dr.ssa Stefania Acerno.
Con la massima professionalità, e ben conscia di trovarsi davanti ad un essere umano spaventato, ci ha descritto tutto l’iter che avrei dovuto affrontare per rimuovere il mio mandarino di 5 cm. di diametro (così lo avevamo chiamato).
Successivamente abbiamo incontrato il l'endocrinologo Losa, che con pazienza ha esaustivamente risposto a tutte le mie domande, anche se ripetitive.
Il giorno 16 febbraio sono entrato in sala operatoria e sono stato operato dal Prof. Pietro Mortini, uno scienziato di cui noi cittadini italiani dobbiamo andare fieri.
La metodologia usata dal Prof. è stata quella di praticare un intervento transfenoidale, che per me, profano, non diceva nulla di buono.
Le naturali paura ed ansia erano mitigate dalla fiducia che io ho sempre avuto nel team medico, grazie alla cura della persona nel suo toto che hanno sempre dimostrato.
Il Losa mi aveva preavvisato che dopo l’intervento mi sarei sentito come se fossi stato investito da un tir.
Io non so quanti fossero i tir che mi avevano investito, ma il paragone non poteva essere più calzante.
Purtroppo, nella fase post operatoria il mio corpo non ha schivato le problematiche di cui ero stato ampiamente avvisato ed informato dal preparatissimo team medico di reparto, tra i quali la Dr.ssa Valle e il Dr. Albano.
Si e’ quindi reso necessario un secondo intervento, sempre eseguito dal Prof. Mortini.
Altro tremar di gambe, ma il team medico mi spiegò in modo preciso e chiaro che quello era il percorso da seguire per uscirne.
Devo proprio dire che, malgrado lo scoramento, la mia fiducia in loro non è mai venuta meno.
Ora, dopo 33 giorni d’ospedale, sono a casa mia con i miei cari.
Seguirò una convalescenza, ma l’animo e la testa sono finalmente in pace.
Ringrazio anche l'endocrinologa Mariani, che tanto ha fatto per me in questa lunga degenza, dimostrandosi sempre disponibile a fare da ponte tra il team degli specialisti e il sottoscritto.
Ringrazio il team infermieristico, preparatissimo professionalmente ed umanamente, che fa sentire un paziente unico e speciale.
Ora fra 3 o 4 mesi dovrò sottopormi a cicli di radioterapia, ma come dice Losa, "del libro giriamo una pagina per volta".
Questa e’ la mia esperienza.
Spero che il fatto di avervela raccontata, possa dare forza e coraggio a chi, come me, si trova nella traumatica condizione di un tumore all’ipofisi.
Tumore che l’esame istologico ha definitivamente confermato nella sua origine benigna.
Carissimi, sicuramente non è facile, ma l’importante è rimanere sempre positivi ed avere fiducia nel team medico che, non mi stancherò mai di ripeterlo, è eccezionale.
Vi auguro che, come accade alla maggior parte dei pazienti affetti da questa patologia, in 10 giorni possiate avere tutto alle spalle.

Patologia trattata
Macro Adenoma Ipofisario.
Voto medio 
 
4.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
4.0

Macro adenoma apoplettico

Ringrazio tutto lo staff del prof. Mortini, il dott. Losa e quasi tutti gli operatori del reparto, per aver fatto sì che il disagio della malattia e poi dell'intervento siano stati i minori possibili.
Operato il 01/08/2016, attualmente sto recuperando alla grande. Mi auguro che un reparto cosi complesso ed importante possa migliorare sempre più a beneficio dei pazienti ed a una soddisfazione di chi presta un lavoro cosi vicino alle sofferenze umane.

Patologia trattata
Macroadenoma ipofisario.
Voto medio 
 
4.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Idrocefalo

Ottimo reparto e in particolare ottima la competenza e la disponibilità della dottoressa Silvia Snider.

Patologia trattata
Idrocefalo.
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Gamma knife

Racconto la mia storia:
A giugno 2005, all'età 43 anni, sono stata sottoposta a trattamento con Gamma Knife perchè in corrispondenza della porzione anteriore della fossa cranica media di sinistra, vi è la presenza di una formazione espansiva ovalare adesa alla convessità interna della grande ala dello sfenoide, con diametro trasverso massimo di circa 1,6 cm., compatibile con un meningioma. Da allora ho avuto un alternanza di cefalee acute ed irriducibili ancora più frequenti, ma soprattutto con un peso alla nuca, pulsanti, accompagnate da nausea. L'alimentazione è stata ridotta all'essenziale: niente alcolici, solo mezzo bicchiere di birra a volte; niente derivati del latte, niente cioccolata. Ho contattato il dr. Picozzi e Franzin e si sono lavati le mani come Pilato, dicendomi che le mie sofferenze erano da ricercare altrove e non nel trattamento subìto.
A ottobre 2005 sono stata ricoverata al “MONDINO” per persistenti cefalee che dopo controlli sono risultate essere legate ad esiti di trattamento Gamma Knife per meningioma alla grande ala dello sfenoide, consistente in un esteso edema presente nel lobo temporale. Ho seguito le prescrizioni assumendo la paroxtina e cortisone (la somministrazione di quest’ultimo è stata prolungata da Picozzi dopo che ha dovuto costatare dalla RM gli effetti dell'irradiazione, fino marzo 2006.
A marzo 2006 circa, ho avuto un mancamento annunciato da una sensazione inspiegabile, associato a cedimento delle gambe ed a brividi di freddo. E’ durato 10 primi circa. La simile sensazione la sera successiva, mentre ero in poltrona a casa ma in modo molto più lieve. Lunedì successivo mentre scendevo le scale di casa, dopo aver guidato, mi venivano a mancare le gambe, che sembravano muoversi in autonomia.
Quest’ultima sensazione anche successivamente.
Ha avuto dolori nelle articolazioni soprattutto delle mani e sensazione di freddo molto intenso, internamente. Se muovevo la testa all’indietro o in basso, cominciava a pulsare con sensi di nausea/vomito.
A maggio 2006 sono stata di nuovo al Mondino, dopo una serie di accertamenti, è stato appurato che l’edema, che comunque non era scomparso con il cortisone, si era riesteso per cui ho cominciato a riprendere il cortisone, un gastroprotettivo e gabapentin. Avevo insensibilità ai talloni e dolori soprattutto alle spalle, oltre le cefalee, ero aumentata di peso, dormivo poco. Un eminente neurochirurgo a settembre 2007 a refertato così:
"Lunga storia clinica di un complesso di disturbi legati evidentemente ad un focolaio edemigeno post-attinico (radiochirurgia per meningioma sfenoidale sx).
L’ultimo controllo RM documenta iniziale regressione dell’edema temporo parietale più rostrale. Il fenomeno dovrebbe proseguire “sua sponte”.
Consiglierei di procedere con la copertura anticomiziale ed i sintomatici finora adottati, confidando nella risoluzione del problema
In alternativa si potrebbe tentare di accelerare il risultato con l’exeresi chirurgica della lesione; riserverei l’opzione solo al caso in cui la clinica dovesse peggiorare. "
Ho sempre dolori lancinanti alle spalle Nel mese di novembre 2008 ha avuto un flusso emorragico che malgrado un'isteroscopia per poliposi effettuata il 16 dicembre 2008 u.s.,in anestesia totale, durante la quale sono stati asportati oltre 4 polipetti, non si arrestava. La diagnosi istologica è stata: IPERPLASIA GHIANDOLARE POLIPOIDE DELLA MUCOSA ENDOMETRIALE. Il ginecologo ha ritenuto che la terapia cortisonica abbia influito sull'attività dell'ipofisi e che pertanto abbia alterato il ciclo riproduttivo, ne è conseguita l'asportazione dell'utero. La mia esistenza è ormai compromessa dalla sofferenza cerebrale causata dall'edema che, malgrado la terapia a base di gabapentin e topiramato, che a quanto sembra devo assumere a vita, non si riduce. Ho cefalea quotidiana 24 ore al giorno, nausea da quando metto i piedi a terra la mattina, inappetenza e non ce la faccio a fare nulla, una vita spenta e rovinata. Per questo leggere tutti questi complimenti mi disgusta, nessuno mi ha informato sui possibili effetti della gamma knife, nè mi ha sottoposto subito dopo il trattamento ad una cura a base di mannitolo per ridurre subito l'edema, come tutti concordemente hanno commentato, ma dopo.
Ecco questa è la mia esperienza, nessun angelo ma tanta superficialità ed ancora oggi sono alla ricerca di una cura che mi consenta di fare una vita sopportabile.

Patologia trattata
Meningioma.
Voto medio 
 
4.3
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
4.0

Lo consiglio a chiunque

La mia storia è un po' lunga. Da tre anni stavo male... non dormivo, non mangiavo e andavo sempre a correre. Perchè io mi sentivo grassa rispetto alle mie coetanee. Ho 18 anni. Mi hanno operato per la prima volta a ottobre del 2013, ma non è andata bene. Dopo di che spettava a me decidere. Io ho deciso di rifare l'operazione, è andata bene ma dopo alcune settimane mi è venuta la meningite. Ma in tutto questo non mi sono mai sentita sola. Ringrazio il dottor Losa per avermi sostenuta. Ringrazio Alessandra Gandolfi, che è stata il Mio angelo, e infine ringrazio gli infermieri, stupendi in tutto e per tutto. Ringrazio la dottoressa Acerno e la Mia infettivologa! Molto scrupolosa. Ringrazio tutti di essere ancora qua. E questo mi ha davvero cambiata.. gli anni peggiori sono passati ed ora arrivano quelli belli e spensierati che avrei sempre voluto vivere e che ora vivo grazie a voi!

Patologia trattata
Adenoma ipofisario.
Voto medio 
 
4.3
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
4.0

Gli angeli

Al ricovero di mio padre abbiamo subito trovato conforto e gli infermieri nella nostra odissea sono stato spettacolari, specialmente il mio angelo dagli occhi azzurri: Stefania Falce.. Ma non voglio dimenticare Roberta, Julia, Iole.. tutte persone davvero umane..
Per quanto riguarda i dottori, sono semplicemente eccellenti, in primis il dottor Picozzi ed il dottor Ruggeri...
Grazie!!!

Patologia trattata
Cerebrale.
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

QUEL CHE PENSO DEL REPARTO DI NEUROCHIRURGIA

non essendo competente non discuto la parte medica; comunque secondo me i medici sono molto latitanti e soprattutto freddi e quasi indifferenti in questo reparto, vanno sempre rincorsi e per avere risposte sull'andamento del paziente, possono passare anche alcuni giorni. le risposte comunque non sono mai del tutto esaurienti e comprensive.
Secondo me non hanno capito che i pazienti, sono esseri umani che vanno anche coccolati, per fortuna c'ero io, perche altrimenti mio marito, impossibilitato a qualsiasi movimento di arti e di linguaggio, sarebbe stato abbandonato a se stesso.
Questi SIGNORI dovrebbero andare in chirurgia vascolare al settore Q (non e' molto lontano) per fare un piccolo corso di UMANITA', perche' quel reparto e' veramente il PARADISO del paziente.
sono veramente delusa.

Patologia trattata
Emorragia cerebrale da trauma.
Voto medio 
 
4.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
4.0

Una mela al giorno leva il medico di torno..

il titolo è derivato da una mia battuta nei confronti di un medico che in corsia, poveretto forse affamato, sbocconcellava una mela.
Perchè lo facesse non mi è dato a sapere ma ritengo che non volesse perdere tempo nell'assistenza ai degenti.
Questa è l'impressione che ho avuto negli otto giorni di permenenza nel reparto di neurochirurgia (3° piano letto 315) del personale medico e di tutti i collaboratori paramedici: entrambe le categorie di lavoratori della sanità dimostravano in modo manifesto la disponibilità ad aiutare e tranquillizzare coloro i quali a loro si rivolgevano. Sono dotato di spirito ilare e disponibile nei confronti altrui e mi ha fatto piacere trascorrere le ore anche piacevolmente con il contributo del personale, che mai si è sottratto alle battute e a motti di buonumore. Le competenze dimostrate sono nella semplicità e conseguente chiarezza della esposizione delle problematiche insite nella patologia portata, nonchè nelle metodiche cliniche e farmacologiche utilizzate nei vari interventi. Grazie a TUTTI.

Patologia trattata
Macroadenoma ipofisario.
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
2.0

Trattamento Gamma knife

Ammetto di essere ansioso. Però non è che sono abituato a farmi avvitare in testa un casco di metallo. Ho riscontrato con dispiacere poca umanità e gentilezza nei miei confronti (da parte del personale infermieristico presente nel giorno del mio trattamento). pur ritenendomi persona educata e rispettosa di chi lavora. Posso capire che ci siano giornate storte, ma per il ruolo che si ricopre, l'atteggiamento nei confronti di un paziente deve essere altro da quello che ho ricevuto io.

Patologia trattata
Meningioma.
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
1.0

Insoddisfatta delle modalità

Mi sono recata dal professore per poter avere un ulteriore consulto, essendo in un momento per me delicato in cui devo decidere se affrontare o meno un intervento, o se vi siano altre soluzioni valutabili.
Si sa che la sanità ha un costo, e pertanto pago 250 euro. Dopo aver atteso 1 ora e mezza il ritardo (ma ok può succedere), mi riceve per una prima visita che in tutto è durata un quarto d'ora, fornendomi risposte un po' generiche che non mi hanno poi esaurito del tutto nelle mie domande. Al termine, essendo in attesa di ulteriori referti, restiamo che lo avrei contattato così da decidere se diventare sua paziente o comunque ascoltare un suo parere. Inoltro tutto via email perchè reperirlo per telefono è impossibile. Bene, ma poi il nulla... dopo una settimana nessuna risposta...
L'unico documento che ho in mano sono 3 righe scritte a penna con calligrafia illeggibile per chiunque e nessuna traccia recuperabile nei loro computer interni.
Se questo è il risultato di 250 euro di visita beh, forse avrei evitato di recarmi fino a Milano!!!

Patologia trattata
Cisti neurologica.
Voto medio 
 
3.3
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
3.0

Mortini è l’eccellenza! Grazie di cuore...

Sono stata operata l’8 Maggio 2019 dal Prof. Pietro Mortini insieme al Dottor Michele Bailo per un "Tumore Disembrioplastico Neuroepiteliale" benigno al lobo temporale destro. Desidero ringraziare il Prof. Mortini che in questi 10 anni si è sempre preso cura di me, una persona meravigliosa. Mi è stata scoperta la lesione in testa all’eta di 19 anni al Bufalini, a Cesena dopo un incidente stradale, dopo 2 anni è arrivata l’epilessia, la mia Neurologa del Besta nonostante tutte le medicine che mi ha fatto provare in questi anni mi ha dichiarato farmaco resistente con 22 crisi al mese. Quindi ho deciso di operarmi con il Prof. Mortini per farmi asportare il tumore, perché dagli esami fatti era quello che provocava l’epilessia. Dal giorno dopo l’intervento non ho più avuto crisi. È stato un intervento duro ma senza epilessia la vita ti cambia... Dal 1 Agosto inizierò a scalare la terapia di 50 mg di Topamax. Ci vorrà tempo per togliere tutta la cura, io prendo Keppra e Topamax, ma da subito non ho più avuto una crisi. Grazie veramente Professor Mortini... Lei è un’eccellenza! Grazie a tutto il suo staff, tra cui la Dott.ssa Roncelli Francesca, una persona meravigliosa mi ha seguito durante tutto il mio ricovero, era delicatissima durante le sue medicazioni alla testa ( rimozione punti metallici).
Un ringraziamento anche ai dottori e agli infermieri della Rianimazione, sono stati con me tutto il pomeriggio e la notte dopo l’intervento. Grazie veramente per tutto a voi della Neurochirurgia, siete meravigliosi..

Patologia trattata
Tumore disembrioplastico neuroepiteliale benigno.
Voto medio 
 
3.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
3.0

MORTINI è eccellenza

Il Prof. Pietro Mortini e tutto lo staff operatorio (dott.ssa Barzaghi, anestesisti) sono davvero l'eccellenza nel settore della neurochirurgia. Il mio intervento era delicatissimo e con tanti rischi, ma è riuscito perfettamente.
Quando ho firmato i figli del consenso informato, con tutti quei rischi prospettati, avevo un'unica rassicurazione: l'idea che a mettermi le mani del cranio sarebbe stato LUI. Il genio di quel reparto. Una di quelle persone baciate davvero da un acume straordinario.

Devo invece spendere parole molto meno encomianti sul reparto: stanze da TRE per un riposo impossibile, nessun controllo sugli orari di visita dei parenti (ed io ritengo che in un reparto così delicato non dovrebbe essere consentito l'accesso a parenti e amici nelle stanze, ma solo ai più stretti congiunti). Ad esempio, il giorno in cui sono uscita dall'inferno della terapia intensiva, con ancora i drenaggi in testa, finalmente mi ero addormentata: sono stata svegliata e disturbata tutto il pomeriggio da una lontana cugina della mia vicina di letto che era venuta per chiacchierare del tempo e del mare. Pazzesco.
La mensa non era eccezionale: classico pasto da ospedale che di salutare ha ben poco (carne, patate, pasta per lo più) portato ad orari strani (le 13 il pranzo e poi le 18-18.30 la cena).
Staff infermieristico a volte brusco di modi, probabilmente in sottonumero quindi non troppo paziente. Staff incontrato in terapia intensiva: tutta notte lasciata sola (semi-cieca per l'intervento) a soffrire come un cane e guardare il soffitto. SVEGLIA. Nessun parente consentito, anche solo per conforto. Sarebbe bastato mio marito seduto su una sedia a tenermi la mano. Senza sapere se fosse giorno o notte, vedendo tutto doppio per i postumi dell'intervento. Esperienza orribile e traumatica, gestita malissimo.

Nel reparto invece è andata sicuramente meglio, ma come dicevo le stanze da 3 non sono adatte a ricoveri con interventi così impegnativi (esiste un'ala con stanze da 2 e singole, ma immagino siano per i solventi)... Numerose sono le sveglie in piena notte per svuotare le padelle dei vicini che chiamano gli OSS. E naturalmente la luce viene accesa a giorno.
Molto brusco e doloroso il medicamento della testa. Avevo il terrore quando vedevo passare lo specializzando, che dovesse venire da me per un nuovo medicamento, perché aveva davvero poca pazienza e sfregava forte là dove avevo oltre 40 punti metallici.
Insomma, le cautele e grazie in reparto non sono state poi molte.
Ma ricordo con affetto il fantastico FRANCESCO, infermiere gentilissimo e cordiale, e con lui alcuni altri.

Ricordo anche con immenso sdegno, invece, il giorno del mio ricovero in cui sono stata portata a fare la tac da un OSS silenzioso che (terminato l'esame) mi ha mollata in corridoio per circa un'ora, senza dirmi se e quando sarebbe tornato (ero in sedia rotelle, ma non essendo ancora operata avrei potuto benissimo tornare in reparto a piedi, ma non mi è stato consentito.); lì mi sono sentita prigioniera.

Credo che andare non con la mutua sia tutta un'altra favola.
Ad ogni modo, a parte il reparto non proprio "dolce" con i suoi pazienti in tanti aspetti, i medici che vi lavorano sono davvero eccellenze. Se dovete fare un intervento importante sappiate che da loro troverete professionalità immensa, che compensa la poca pazienza e i "fastidiosi protocolli" (esempio: non togliermi comunque l'ultima agocannula malgrado avessi terminato il ciclo antibiotico e la mattina seguente andassi a casa). Agocannula ovviamente che mi dava molto fastidio e che avevo da quasi 10 giorni.

Ma la mia guarigione mi dice di rendere un pieno grazie a questa struttura intera ed al suo favoloso primario. Grazie!

Patologia trattata
Cavernoma.
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