Pronto Soccorso Policlinico Tor Vergata

 
2.3 (74)

Recensioni dei pazienti

74 recensioni

 
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Voto medio 
 
2.3
 
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2.0  (74)
 
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Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Astenia grave e difficoltà a respirare

Entro alle 14:00, esco alle 21:30.. non riesco a respirare. L'infermiera in accettazione mi fa immediatamente l'ecg e poi in attesa. Entro alle 21:15, la dottoressa di turno -sgarbata fin dall'inizio- mi chiede quale sia il problema. Appena comunico di avere prenotato la rx al torace prescritta dal medico, lei risponde dicendo "ah..quindi e' venuta a farsela fare gratis.." con tono quanto mai sgarbato!! Dice alla ragazza universitaria di farmi un EGA.. prelievo dolorosissimo. Mi liquida dicendo "non ha niente, è tutto a posto. Faccia però l'rx". Chiedo "non puo' farmela qui?" . E lei: "visto che l'ha prenotata.. la faccia fuori". Mi ha toccato un braccio e con gesto obliquo della testa mi ha invitata ad andarmene (sottolineo che non sono una paziente ansiosa/insistente o da trattare male, COME NESSUN'ALTRA PERSONA).
E IN ACCETTAZIONE DOVREBBERO EDUCARE LE INFERMIERE: BANDITI I CELLULARI E COMPORTAMENTI DA BAR.

Patologia trattata
Astenia grave e difficoltà a respirare.
Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Pessimo

Ho accompagnato mio figlio Federico di annni 12 per sospetta frattura al piede destro.
Siamo arrivati al Policlinico alle ore 17:00 circa. Il desk di accettazione vuoto.
In sala gente di tutti i tipi senza un minimo di controllo, l’addetto alla vigilanza parlava al cellulare all’esterno fumando una sigaretta.
Dopo una decina di minuti una signora, con aria molto seccata, ha registrato i nostri dati.
Ci siamo accomodati nella sala grande.
Dopo circa un’ora un ausiliario ci ha chiamato ed insieme ad altre 4 persone ci ha fatto entrare nel Pronto Soccorso facendoci accomodare, in fondo a sinistra, di fronte alla stanza di ortopedia.
Dopo quasi quattro ore sollecito l’intervento di un medico e rimango basita nel sapere che mio figlio era stato chiamato e che ero seduta nel posto sbagliato.
Peraltro vista l’affluenza, un microfono sarebbe molto utile e non stiamo parlando di un costo esagerato da sostenere.
Riferisco ad un medico che sono stata fatta accomodare dall’ausiliario ed esigo che lo stesso sia sentito in merito.
L’ausiliario viene convocato e ripreso sul suo comportamento, ridendo riferisce al medico - si riportano testuali parole “ma che cazzo ne so io, un posto vale l’altro”.
Mio figlio ed io veniamo fatti accomodare nel corridoio, attendiamo un'altra ora, vicino a gente malata, che vomitava, l’aria irrespirabile.
Mi alzo ed entro nella stanza degli ortopedici dove tre medici giovani, ridendo, guardavano uno smartphone, connessi sul social network facebook, che in malo modo mi invitano ad uscire dicendo che mio figlio non era in lista e che non sarebbe stato visitato.
Ritorno nel corridoio ed entro dal medico di turno, una dottoressa con i capelli mori che aveva iniziato il turno alle ore 20:00, la quale, non ascoltando quello che volevo dirLe, mi dice che non è il mio turno.
A quel punto, dopo oltre sei ore di pronto soccorso, Le comunico che è mia intenzione portare mio figlio a casa, ormai stremato dall’attesa e dal dolore, e denunciare l’accaduto.
La dottoressa si rifiuta di darmi le sue generalità (nome e cognome) ed in malo modo mi invita ad uscire.
Esco dal pronto soccorso e chiedo al desk all’ingresso il rilascio del foglio di accettazione. L’impiegato si rifiuta di consegnarmelo.
Glielo chiedo per la seconda volta, intimandolo che avrei chiamato i Carabinieri, mi risponde in malo modo si riportano testuali parole “a signò chiami chi je pare”.
Alle ore 22:40 circa lascio il Policlinico e mi reco alla caserma dei Carabinieri di Tor Vergata, dove non mi è stato possibile sporgere denuncia per assenza del Maresciallo.
Il giorno seguente, a mio figlio è diagnosticata una grave frattura presso altro nosocomio.

Patologia trattata
Frattura al piede.
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Vergognoso

sono a scrivervi per mettere in luce quello che mi è accaduto la notte di domenica scorsa 15/02/12.

Alle 5.30 mi sono presentata al vostro pronto soccorso perché lamentavo dolore e formicolio alla gamba sinistra; ho detto che assumevo pillola yasmine da settembre e che da circa 3 mesi lamentavo dolori alla gamba, ma solo la sera; da 3 giorni invece il dolore/formicolio si è presentato anche durante il giorno.
Ho detto che ho telefonato alla mia dottoressa ginecologa per i dolori e che mi ha detto di sospendere immediatamente la pillola e fare quanto prima un doppler agli arti inferiori.

L’infermire dell 5.30 di mattina di domenica mi ha fatto le analisi, controllato la coagulazione (che ha detto era perfetta) e la pressione, poi mi ha messo in codice bianco.
Sono stata fino alle 11.00 di mattina di domenica presso il vostro pronto soccosrso con continuo dolore alla gamaba sinistra e dolore anche al braccio sinistro.

Non mi è stato fatto nulla o dato nulla.

Solo verso le 9.00 l’unico infermiere che mi dava ascolto mi ha fatto un ulteriore controllo con elettrocardiogramma, ma sono dovuta andare in lacrime con le bustine di zucchero davanti che stavo prendendo per ricevere un minimo di considerazione!
Risultato, alle 11.00 sono rientrata a casa visto che il dottore non ha avuto modo dalle 5 del mattino di visitarmi.
In serata sono ripassata al pronto soccorso verso le 19.30 di domenica e i 3 che stavano all’accoglienza mi hanno riferito che la mia pratica non è stata archiviata e non potevo neanche prendere i referti.

Problemi:
non credo sia giusto che un paziente venga controllato da un infermiere, che poi segnala un codice bianco quando io stavo a rischio trombosi.
segnalate ai vostri infermieri che una persona può avere la trombosi con l’assuzione della pillola, anche se le analisi sono perfett,e perché è un problema genetico di intolleranza a prendere questo tipo di farmaco!
i codici delle persone possono cambiare durante le ore di attesa: è possibile monitorarli meglio.

Patologia trattata
sospetta trombosi.
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Pronto soccorso odontoiatrico

Non ho parole, dico che sto male con nausea, conati di vomito, rigurgiti e un dolore allo stomaco a seguito di ingerimento di antibiotico e alla reception una "simpaticissima signorina" mi dice di andare dal mio medico a farmi cambiare l'antibiotico. io le ho fatto notare che di domenica non c'è nessun medico di base e che stavo male. Mi ha liquidato con " non è una urgenza".
veramente pessimo.

Patologia trattata
conati di vomito causati da intolleranza farmaco
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
2.0

Umanità assente

Mia mamma, Civolani Annamaria, è arrivata al Policlinico Universitario Tor Vergata - Pronto Soccorso - la mattina del 29/12/2022 accompagnata dalla figlia Giovanna Speciale.
Mamma ha tossito tutta la notte e al mattino non riesce a camminare.
Il foglio di ricovero è del cardiologo, dott. Iulianella che, dopo visita cardiologica ed elettrocardiogramma sospetta sindrome nefrosica per edema diffuso negli arti inferiori e ulcere sanguinanti alle gambe.
Mi è permesso di rimanere in sala d’attesa perché mamma è disabile al 100% (articolo 3, co. 3 della Legge 104/92) ed è completamente sorda. Con codice azzurro, mamma rimane per circa 8 ore in attesa.
Faccio presente più volte che sanguina dalle ulcere, che non sono state medicate e che comincia a respirare a fatica.
Quando finalmente entriamo in visita la dott.ssa Ferrari esterna il suo disappunto in quanto è stato permesso che una ottantaquattrenne rimanesse in attesa tante ore senza assistenza. Dispone che le siano fasciate le gambe e osservando anche il rush cutaneo e l’edema diffusi, decide di trattenerla. Anche le analisi del sangue attestano una condizione di salute preoccupante.
Mamma ha una leucemia linfatica cronica da venti anni. Ha subìto un intervento per tumore al colon nel Dicembre del 2002. Recentemente il neurologo che l’ha in cura, le ha diagnosticato un’epilessia e per controllare allucinazioni anche uditive e comportamenti aggressivi, le ha prescritto oltre l’antiepilettico anche Talofen.
Quella sera vengo allontanata e lascio mia mamma cercando di rassicurarla: non è abituata a stare in un ambiente che non conosce e non sta mai da sola.
Lascio con lei un contenitore con tutte le sue medicine, un altro con la protesi dentaria che le hanno fatto togliere e un piccolo trolley blu.
Il giorno seguente, il 30/12/2022, cerchiamo di spiegare le condizioni di mia mamma, la sua disabilità largamente certificata e aggravata da una sordità completa.
Facciamo notare che la componente allucinatoria potrebbe aggravarsi in un ambiente estraneo senza alcun volto familiare ma, comunque, non ci viene permesso l’ingresso, anche solo per un saluto, una parola di conforto. Niente.
Il medico di turno alle 18.00 ci dice che la tac ha riscontrato una polmonite e che le hanno somministrato ossigeno. Inizia quindi terapia cortisonica e antibiotica.
La sera mamma ci chiama al telefono piangendo disperata, ha paura, singhiozza, chiede la nostra presenza, il nostro aiuto. Arriva al telefono un infermiere al quale riesco a suggerire di somministrare il Talofen perchè senza non si calma e non riposa; mi garantisce che consulterà la cartella e nel caso, darà le gocce.
Il 31/12/2022, mi chiama un’infermiera e mi chiede di andare al Pronto Soccorso perchè non trovano il trolley di mamma e neanche il contenitore con la sua protesi dentaria. Cerco per tutto il pronto soccorso, anche nei bagni, senza fortuna.
La perdita della protesi dentaria provoca in mamma molto disagio: si sente umiliata, non toglie mai la protesi in pubblico neanche davanti a noi.
Mia mamma è provata e spaventata. Chiedo al medico di turno di darmi il permesso di assisterla spiegando chiaramente le sue condizioni, prende tempo, deve pensarci. In attesa, mia sorella chiede e ottiene, grazie all’intervento del Dott. Massimiliano Vitale dello staff della Direzione Sanitaria, il permesso di permanere con mia mamma. A quel punto anche il medico di turno mi accorda il permesso e predispone il braccialetto che mi darà modo di essere presente a fianco di mia mamma h24.
Mia mamma è visibilmente più tranquilla, riesce anche a mangiare qualche omogeneizzato che, a causa del furto del trolley, è l’unico alimento che può concedersi. Abbiamo fatto reclamo all’Ufficio Relazioni con il pubblico senza alcun riscontro. La mia permanenza al suo fianco, nonostante il braccialetto dovrebbe fungere da lasciapassare, in realtà è costantemente ostacolata dall’infermiera e a volte dal medico di turno. Il 05/01/2023 mia mamma sembra migliorare, ha meno tosse, riesce a stare senza ossigeno a intervalli programmati, ha 93 di saturazione. Non vede l’ora di tornare a casa.
Chiediamo incessantemente che venga spostata in reparto; soffre molto la posizione supina e constatiamo che persone ricoverate dopo di lei, vengono spostate in reparto. Anche loro affette da polmonite, ma più giovani. Il 06/01/2023 dorme continuamente, rifiuta di mangiare. La tac riscontra liquido nei polmoni. Insistiamo che venga trasferita ma, al solito, rispondono che non c’è posto.
Verso sera, è sveglia, vigile ci prendiamo in giro: è il giorno del suo anniversario di matrimonio. L’infermiera del turno serale, nella sala che precede la sala rossa, mi invita più volte ad andare; faccio notare il braccialetto, dico che è molto sveglia avendo dormito tutto il giorno, che le farò compagnia nel rispetto degli altri. L’ultima volta il tono è più perentorio: devo uscire. Forse sono vinta dalla stanchezza, insisto con poca convinzione. Sono avvilita le faccio vedere che è sorda che comunichiamo con gesti familiari che ci siamo inventati oppure scrivendoci. Le prometto che somministrata la terapia con talofen mi allontanerò. Prendo tempo, spero si muova a compassione, in realtà dimentico che ho DIRITTO a stare con mia mamma h24.Mi esorta a salutarla, mi trattengo nei saluti il più possibile. Mia mamma mi chiede: “che faccio io qui da sola?”, le rispondo, prova a riposare e l’attimo dopo, raccomandandomi all’infermiera, sono fuori.
Qualche ora dopo rivedrò mia mamma nella sala rossa, morta. E’ la notte del 06/01/2023.
Le ore in cui sono lontana, chiedo incessantemente al telefono, a signore ricoverate nella medesima sala, per sapere come sta.
Subito dopo il mio allontanamento mia mamma si agita e si toglie più volte la mascherina per l’ossigeno, dopo vari tentativi, l’infermiera, la stessa che mi ha costretta fuori, ritiene sia il caso di legarle le mani. Mamma tenta di bere, ma, con le mani legate non riesce a prendere la bottiglia. Si lamenta. Le pazienti spiegano che in mia presenza era sempre tranquilla, esortano a chiamarmi, ma niente.
Fanno forse un altro emogas, lo aumentano da 40 a 60? Le pazienti non ne sono sicure. Non provano a comunicare con lei, pur essendo a conoscenza della sua sordità; le pazienti presenti nella sala suggeriscono di chiamarmi, ma, ancora, invano. Ad un certo punto l’infermiera chiama la dottoressa di turno, che dà ordine di spostarla in sala rossa per monitorarla e alle pazienti preoccupate dice che non ci sarà bisogno di chiamarmi, che adesso ci pensano loro. In realtà, purtroppo, a distanza di alcune ore, circa tre, la dott.ssa stessa mi chiamerà per dirmi che mia mamma sta morendo.
Mia sorella sarà la prima ad arrivare, è disperata chiede di entrare per salutarla un’ultima volta, ma, una serie di controlli ne rallentano l’ingresso, e quando finalmente riesce ad entrare mia mamma è già spirata.
Noi, cinque figli, siamo in preda ad un dolore immenso e inaspettato, chiediamo spiegazioni, chiarimenti, ma i nostri interlocutori si dimostrano ostili, l’infermiera nega di averle legato le mani, la dottoressa di essere stata chiamata in sala dall’infermiera, una gran confusione nelle risposte che invece noi pretendiamo chiare. Mia sorella e la dott.ssa discutono, i toni sono insolitamente forti, mentre mia mamma giace inerme.
In questa occasione la dottoressa dichiara, che, se mia sorella, che nel frattempo si è allontanata, non torna a porgere le scuse, darà disposizione di un’autopsia contro la nostra volontà. Dissenso da noi esplicitamente dichiarato.Alla fine, si ritrova il senno e per scongiurare un’autopsia, cerchiamo nuovamente un dialogo. L’infermiera è sparita, la dott.ssa ritratta la sua prima versione e ammette di essere stata chiamata dall’infermiera e di aver predisposto che mia mamma fosse portata in sala rossa. Poi, afferma, lentamente si è spenta.
Poco dopo, chiama la camera mortuaria per far portare via mia mamma.
Tutto avviene molto velocemente ed in un clima disumano, senza alcun rispetto per il nostro dolore, mia mamma viene portata via e noi, ancora una volta, l’ultima, siamo “invitati” ad uscire.
Ma, se davvero mia mamma si fosse spenta lentamente, come ci dicono, non avrebbe potuto farlo guardando il viso di sua figlia? stringendole le mani, magari riuscendo a confessare le ultime paure?
Perché, ormai in sala rossa, quando tutto è sembrato precipitare, non chiamare una figlia, scegliere per pietà umana, di concedere l’ultimo conforto?
Eppure: 11.Diritto a evitare le sofferenze e il dolore non necessari: Ogni individuo ha il diritto di evitare quanta più sofferenza possibile, in ogni fase della sua malattia.

Patologia trattata
Polmonite.
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
2.0

Pessima esperienza

Arrivata con mia mamma di 83 anni in ambulanza la mattina alle 10.30 a seguito di una caduta, sono le 2.48 e siamo ancora qui!!! Assurdo .
Adesso mi dicono: se vuole tornare domattina... ma vi rendete conto???

Patologia trattata
Trauma da caduta.
Voto medio 
 
1.3
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
1.0

Comportamento indicibile dell'addetta al PS

Il 5 febbraio scorso mio figlio è caduto da una scala ed è stato condotto al PRONTO SOCCORSO del Policlinico di Tor Vergata.
Appena avuta la notizia mi sono precipitato a trovarlo, dopo aver saputo da chi lo aveva condotto lì, che aveva riportato fratture alla colonna vertebrale e al coccige, nonché una grave distorsione ad un ginocchio (che in passato ha subìto ben quattro interventi chirurgici), un trauma cranico con perdita dei sensi, oltre a varie ecchimosi da contusione ed ematomi.
Scrivo questo, soltanto per evidenziare la gravità dell'infortunio.
All'Accettazione del Pronto Soccorso ho pietosamente implorato disperatamente per 2 ore affinché mi si facesse varcare la porta che mi separava da lui per vederlo, per avere notizie: soltanto dopo 3 ore circa, ho ricevuto il consenso a poterlo vedere. Il consenso è venuto da quella che credo fosse la caposala al momento. Almeno a suo dire, era stata la responsabile di ciò.
Quindi alle 22.30 ho potuto vedere mio figlio e parlare con l'ortopedico di turno, che mi ha confermato quanto sopra. In attesa di parlare col chirurgo, mio figlio con 4 vertebre fratturate, ecc., nel frattempo ERA STATO MESSO IN ATTESA DEL SUO TURNO, SEDUTO SU UNA SEDIA!!!
Conseguenzialmente, vista la sua evidente sofferenza e udita la sua richiesta per il dolore insopportabile causato dalla scomoda e pericolosa posizione di seduto, nonostante fosse stato sollecitato a sdraiarsi su un lettino oppure con una ciambella idonea al fine di non gravare col peso corporeo sul coccige fratturato dal medico ortopedico che lo aveva visitato, mi sono permesso di chiedere cortesemente alla stessa infermiera (o caposala?), la quale peraltro aveva affermato di avermi personalmente autorizzato all'accesso... Ho chiesto appunto a lei in quanto dichiaratasi responsabile, se si fosse potuto utilizzare uno dei lettini visibilmente liberi e adiacenti a mio figlio; per tutta risposta, probabilmente perché si è sentita colta in fallo, l'operatrice del Pronto Soccorso, servendosi del servizio di sicurezza fatto da lei intervenire in modo subdolo e sotterraneo, alle 23.30 mi ha fatto cacciare fuori immotivatamente e con l'arroganza di chi si sente padrona della vita degli altri, lasciandomi peraltro col dolore di vedere mio figlio disperato su una sedia !! Questo, soltanto perché mi sono permesso di sollecitare con le migliori buone maniere possibili il diritto ad essere collocato su una barella da parte di mio figlio sofferente e dolorante (invece che in posizione di seduto!), causa le fratture multiple alla colonna vertebrale, inerme e in attesa di conoscere la propria sorte !
Penso scriteriato lasciare un ferito dolorante per quel tipo di danni riportati su una sedia a rotelle, e ancor di più lasciarlo senza assistenza ed in attesa in quella posizione scomoda per un'ora, a fronte di diversi lettini liberi ben visibili.
Non si può che dedurre che sono stato cacciato fuori, per ritorsione o chissà per quale recondito condizionamento mentale che aveva colto l'operatrice. Ciò avveniva, e lo dico senza alcuna invidia, mentre altri parenti di assistiti bontà loro, restavano invece seduti e non allontanati come invece accaduto a me. In buona sostanza sono stato "punito" solo per aver chiesto un aiuto umano per un paziente, nella fattispecie mio figlio, sofferente ed in situazione di pericolo.
Trovo pertanto assurdo, irresponsabile e da denunciare alla pubblica opinione, il comportamento ottuso ed esercitato "ad personam" da parte dell'addetta all'interno del pronto soccorso, alla quale evidentemente sfugge sicuramente la compassione e la necessaria umanità da usare al cospetto del dolore, della sofferenza del ferito e dei parenti impotenti; sfugge altresì all’addetta anche il concetto materiale, che la retribuzione dovuta al suo lavoro (a cui nel mio piccolo partecipiamo tutti, compreso il sottoscritto) viene giustificata in primis dalla corretta assistenza da dare a chi nell'ambito del pronto soccorso ne abbisogna ma, al contempo, che non può usare atteggiamenti personalizzati all'interno del posto di lavoro, rispettando il codice deontologico imposto dall’organismo da cui lei è dipendente.
Insomma, non può e non deve trattare con sufficienza e disattenzione i feriti bisognosi di cure e assistenza, e neppure trattare feriti e i relativi parenti come carne da macello. Questo, neppure se fosse l’unica proprietaria della struttura, che guarda caso invece è pubblica!!
Peraltro, ho letto alcune recensioni di altri utenti, e ho riscontrato che il problema non è stato personale e affatto isolato, ma è esteso, e questo mi fa ancora più arrabbiare.
Concludo facendo un augurio alla signora : sarebbe utile per la sua improbabile crescita umana, ma comunque glielo auguro perché capisca le esigenze del malato anziché calpestare i suoi diritti e trattare i parenti con modi del genere, in quanto evidentemente convinta di essere immune da problemi e che le disgrazie accadano sempre e soltanto agli altri, cosa che a cui invece siamo tutti indistintamente soggetti, mi auguro quindi che si trovi nel medesimo disagio in una analoga situazione ma a parti invertite, trovandosi di fronte in una circostanza così emotivamente drammatica, una persona come lei, esattamente come è successo al sottoscritto. Forse dopo, avrebbe una riconsiderazione circa il proprio operato.
Voglio concludere dicendo che un pizzico di umanità non guasta mai.
Fabio Fasan

Patologia trattata
Trauma con fratture.
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
2.0

Ricovero in OBI

Mia madre si trova ricoverata in OBI dal 30 ottobre ad oggi, 5 novembre.
E' arrivata qui da una clinica riabilitativa, diagnosi: clostridium difficile.
Da ieri è stata "sbattuta" in un corridoio.
I medici dicono che non sarà possibile una terapia efficace fin quando non sarà trasferita in reparto.
Non si notano quindi miglioramenti sul piano della salute fisica, quel che si nota è un pericoloso peggioramento delle condizioni psicologiche, fatto che ci preoccupa molto.
E' possibile che in 1 intera settimana non si sia liberato 1 solo posto in reparto?
Non sappiamo cosa fare.

Patologia trattata
Diarrea da Clostridium difficile.
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
2.0

Esterrefatta e indignata

Ho purtroppo passato tre giorni buttata (perché è così che si ritrova la gente li dentro) nell'OBI del pronto soccorso del policlinico Tor vergata. Mi è stato diagnosticato un ennesimo ascesso peritonsillare a distanza di tre giorni dalla fine della terapia antibiotica, che avevo fatto sempre per curare una forte tonsillite. Gli otorini avrebbero voluto mandarmi a casa dopo un giorno di permanenza presso l'OBI chirurgica, poiché per loro avrei potuto continuare la terapia tranquillamente a casa. Li ho implorati di farmi stare qualche giorno ancora lì, così da poter fare antibiotico endovena, risultante essere purtroppo l'unica via di somministrazione in grado di combattere questa forte infezione. L'otorino mi ha risposto "se le fa piacere stare qui, la rivaluteremo lunedì". Come se a me facesse piacere rimanere in quell'accampamento. Mi auguravo di essere portata in reparto, come successe in un altro ospedale quest'estate, e invece no. Mi avevano già fatto questa grande cortesia a farmi stare lì, figuriamoci. In questi tre giorni ho avuto modo di constatare la presenza di una forte disorganizzazione all'interno di questo PS. Nessuno (tra medico di turno del PS e infermieri) era in grado di rispondere ad alcun tipo di domanda relativa a qualsiasi tipo di richiesta. Il giorno prima il chirurgo che mi seguiva passava in OBi e davanti alla mia barella diceva all'infermiera che il giorno dopo avrei dovuto fare dei prelievi dandole in mano le etichette; ma il giorno dopo nessun infermiere mi ha fatto prelievi e, alla richiesta di informarsi perché io ero sicura che li avrei dovuti fare, l'infermiera mi ha risposto che nelle consegne della collega del giorno prima non vi era annotazione di queste analisi. Mi veniva comunicato che a un certo orario sarebbe passato l'otorino a visitarmi dopo la prima valutazione dell'ascesso. L'otorino non è mai passato e nessun medico o infermiere mi ha saputo dire nulla. Inizialmente me la prendevo con medici e infermieri con i quali mi relazionavo, ma poi stando lì e camminando per le corsie del PS, mi sono resa conto che purtroppo la colpa non è nè di medici nè di infermieri, ma del fatto che il personale è minimo rispetto al numero di pazienti presenti dentro. Grazie a Dio non ho fatto parte dei casi gravi, ma mi chiedo se così fosse stato, cosa ne sarebbe stato di me. Mi sono ritrovata ad ascoltare una conversazione tra un'infermiera e la sorella di una paziente ricoverata in OBI insieme a me, la quale si lamentava per non essere stata sottoposta a medicazione di ferita, che purtroppo in una situazione del genere medicare una ferita non è una priorità! Si diventa una priorità, FORSE, nel momento in cui si diventa un caso GRAVE.

Patologia trattata
Ascesso peritonsillare.
Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
2.0

Esperienza pessima, non ci tornerò mai più

Brutta esperienza personale, diagnosi sbagliata, superficialità, firmo e me ne vado via via dopo ore di forti dolori senza neanche un esame strumentale..
Alla fine avevo un brutto blocco intestinale.

Patologia trattata
Blocco intestinale.
Voto medio 
 
1.3
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
1.0

Pessima esperienza

Mio padre a fine luglio inizia ad accusare fortissimi dolori al torace e, a seguito colloquio con il medico curante, si sottopone ad rx toracica dove risulta una frattura alla VI costa. Dopo circa 30 giorni di assoluto riposo e di antidolorifici, ma senza alcun risultato, decidiamo di portarlo al PS di Tor Vergata, perchè nel frattempo mio padre aveva perso kg. e la frattura era sempre lì. Dunque, arriviamo il 21/08/2014, al triage gli danno codice verde, lo fanno accomodare su una sedia e dopo 3 ore è il suo turno finalmente. Lo fanno entrare e lo stendiamo su una barella nel corridoio. Il "medico" lo visita e gli fa fare un'altra rx, riconferma la frattura e gli dice: LEI HA TOLTO UNA BARELLA AI MALATI PIù GRAVI. Riconferma la frattura e ci rimanda a casa. Morale della favola, questo medico, di cui non faccio nome, perchè quando sarà finito tutto sporgerò denuncia, non ha avuto la decenza di fargli fare nemmeno un esame in più. Ora mio padre ha un tumore a cellule squamose del retto con metastasi alle ossa (ecco perchè la frattura), ai polmoni, al fegato e al cervello. Ringrazio vivamente chi era quel giorno in servizio in quel maledetto posto a partire dal triage per arrivare ai medici, complimenti!

Patologia trattata
Neoplasia del retto con metastasi.
Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
1.0

Non lo consiglio

Mio suocero viene portato al pronto soccorso alle 10.00 del mattino. Per le prime sei ore sulla barella dell'ambulanza. Durante la degenza l'assistenza e' stata vaga e direi di sfuggita. Nel p.s. le persone non entrano, ma poi stanno tutti dentro i locali. Nel pomeriggio gli levano la barella e lo mettono su una poltrona. Le analisi le fanno con molta lentezza e tutte danno esito negativo, tranne gli enzimi della glicemia, che richiedono tre prove entro le 12 ore (una appena entrato, una dopo 6 ore e una dopo 12 ore); gli altri esami si sono conclusi prima delle 22.00. Alle 23.30 si avvedono che il neurologo ha prescritto un elettroencefalogramma che non e' stato fatto e rimandano tutto al giorno dopo, lasciando riposare il paziente su una poltrona tutta la notte. Alle 11.30 del giorno dopo fa visita, ma ancora nessuna risposta. Ora sono le 13.00 e tutte le analisi sono negative, ma ancora non si decidono a ricoverarlo o a dimetterlo. Sono passate 29 ore al momento e io non ritengo consono nè il tempo, nè l'assistenza. Assolutamente lo sconsiglio e consiglio a chi gestisce di cercare di dare una seria riorganizzazione a questo squallido luogo, dove nessuno vorrebbe capitare. Spesso quelli del Tor Vergata si vantano in tv dei progressi, delle nuove terapie e dell'avanguardia dei loro livelli sanitari... bella roba! Pensassero al pronto soccorso a livello Zimbabwe che hanno.

Patologia trattata
La diagnosi non ci e' ancora nota, ma veniva ricoverato per svenimento paziente ultra settantenne.
Voto medio 
 
1.3
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
1.0

Girone dantesco, personale scortese

Non sono stata vista se non dopo 8 ore, malgrado una ferita mal messa, edema e febbre alta in paziente affetta da Leucemia. Mi sono sentita dire dal medico che mi aveva in carico "che ci viene a fare qua? questo è un posto pieno di germi, si prenda una tachipirina e si metta a letto a casa, anzichè venire qui".
Avevo chiesto copertura antibiotica, dato che a casa potevo fare solo quello VO che non stava funzionando. Dopo 9 ore me ne sono andata altrove ed ho risolto altrimenti.
Pessimo Pronto Soccorso e Pessimo personale. Non so chi sia il Dirigente del servizio DEA a Tor Vergata ma.... sono esterefatta.

Patologia trattata
Ferita chirurgica di due giorni, in paziente leucemica, che si stava infettando e con febbre a 39, edema alla regione faringea e dolori quasi insopportabili sulla regione precedentemente sottoposta a tiroplastica.
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
2.0

pronto soccorso tor vergata = stazione termini

a febbraio mio padre e' stato una settimana intera in oOsservazione ad attendere un posto letto in reparto per eseguire una banalissima TAC, per non parlare poi delle 12 ore di attesa prima di entrare in pronto soccorso: aveva dei dolori tremendi e quando andavi a chiedere qualcosa si alteravano pure...
Personalmente ho riscontrato mancanza di gentilezza, di organizazzione e di umanita'. Aolo arroganza!

Patologia trattata
coliche addominali
Voto medio 
 
3.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
1.0

medici e infermieri efficienti...ma tutto il resto

Ho passato 3 notti e 4 giorni al pronto soccorso in attesa di un posto in reparto.
Debbo dire ottimo il pesonale medico che si è prodigato fino ad individuare tutti i miei problemi.
Ma debbo fare purtroppo delle critiche in quanto in questi giorni di mia permanenza in questo reparto tutti hanno dato il meglio di se ma gli infermieri sono pochi, non ho mai potuto misurare la temperatura perchè non ci sono termometri, i malati in attesa sono troppi e le pulizie non si fanno bene e i bagni soprattutto andrebbero puliti più volte al giorno cosa che non avviene, non è stato bello andare spesso in bagno calpestare pipì di tutti e spanderla poi con le scarpe per tutto il pronto soccorso.
C'è carenza di personale ausiliario che aiuti i malati che non possono muoversi a mangiare, io con le flebo attaccate aiutavo delle signore a mettere in bocca qualcosa e questo non è giusto.
Penso che i malati abbiano un minimo di diritto nel vivere la loro malattia più dignitosamente possibile.
Non so se sia sempre così lì dentro ma in quei giorni i pazienti erano tanti, troppi per stare tutti parcheggiati ovunque anche in corridoio dove ci sono molte patologie.
penso che lì dentro ci lavora tanta brava gente che ha un immenso bisogno di aiuto anche a livello di volontariato.

Patologia trattata
colica renale
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
2.0

Mi domando...

Mi domando come si possa entrare in questo periodo in un pronto soccorso senza tampone e senza far vedere il green pass.
Mi domano come si possa vedere una cistifellea infiammata (o peggio) senza ecografia, ma solo con analisi che non vengono nemmeno citate nel foglio dimissioni e dopo che il prelievo del mattino si era misteriosamente o miracolosamente coagulato. Quindi rimandata a casa perché le analisi erano meglio di quelle del medico di turno (parole loro) e dopo aver fatto una terapia con flebo con cloruro di sodio.
Entrata al bagno una sola volta, dopo che 4 volte erano passate le addette alla pulizia, lo stato era incommentabile. Personale cortese e gentilissimo.

Patologia trattata
Colica biliare.
Voto medio 
 
1.3
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
1.0

Esperienza pessima (per usare un eufemismo)

Ricovero in P.S. in seguito a caduta accidentale con trauma cranico e frattura arto inferiore.
Assegnato codice verde. Tutta la notte in una stanzetta con tre uomini (!). Effettuata Tc encefalo e radiografie.
Al mattino, dopo aver manifestato la volontà di farmi operare presso altra struttura, sono stata letteralmente parcheggiata in un atrio per 12 ore senza farmaci, vitto o alcuna assistenza. La sera mi spostano in una sala con altri nove pazienti, tutti con patologie infettive e respiratorie. Trascorro 18 ore con la mascherina, in un contesto del tutto inadeguato dal punto di vista igienico-sanitario oltre che umano (pulizie effettuate senza alcuna privacy).
Finalmente riesco a trovare il posto nella struttura desiderata e, firmando la cartella, mi trasferiscono.
Una esperienza umiliante oltre che demoralizzante.
P. S.: sono un medico, sapevo come gestire alcune situazioni (assunzione terapia, sintomi etc.), cosa potevano fare gli altri pazienti?

Patologia trattata
Trauma cranico, frattura arto inferiore.
Voto medio 
 
1.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
1.0

Fatevi e fateci un favore: chiudetelo!!

Causa improvvisa febbre a 40/41 di mio figlio che non si abbassa neanche con compresse Tachipirina e pressione sangue a 42/102, mia moglie non sapendo cosa fare di più compone il 118 alle ore 09:45.
E lì inizia la nostra odissea. Visto che il pronto soccorso di zona è questo, l'ambulanza é costretta a portarci qui.
Triage, codice verde, prelievo sangue.
Passano 3 ore, nessuna notizia.
Poi dicono che le analisi sono ok.
Nel frattempo il ragazzo ha freddo e la febbre sale.
Ore 14:00 (4 ore di attesa), con la solita cortesia mia moglie chiede notizie.
Ed ecco la classica infermiera arrogante che dice: " ...ma voi non lo sapete che se chiamate il 118 solo per una febbre poi qui vi danno il codice verde e aspettate molte ore?" e mia moglie " noi l'abbiamo chiamato perché non sapevamo più che fare..." e lei "...guardate che pure per neonati non si va in ospedale e non si fa nulla prima dei tre giorni di febbre!"-Alchè intervengo io " ma guardi che se fa il suo lavoro vede che la febbre non si abbassa per niente, altrimenti non eravamo qui e vede anche che con quattro ore manco uno straccio di termometro per prendergli la temperatura avete cacciato!"
Così dopo pochi minuti vengono finalmente a misurargli la temperatura e di conseguenza gli fanno una flebo con Tachipirina.
Chiediamo notizie per la visita con il dottore, abbiamo due persone avanti.
Passano altre 4 ore così (8 ore di attesa) e altra flebo Tachipirina.
Arriviamo così, a 11 ore di attesa. Chiediamo notizie per la visita medica e ci dicono che ora abbiamo 5 persone davanti, cioé dovremmo stare tutta la notte in PS.
A questo punto decidiamo di far rimuovere l'agocannula ed andarcene con l'intenzione di andare in altro pronto soccorso se il ragazzo peggiora.
11 ore per nessuna risposta.

Da notare: oggi 10/07/2019, di pomeriggio, i 4 infermieri (camici arancioni) dicevano che però il dottore per i 68 pazienti era uno solo purtroppo.
Quindi, se mancano i fondi, perché lo stato paga 6 persone a ricevere la gente, che ci vogliono due minuti a persona, ma non paga e assume i medici??
Oltre a tutto ciò, da segnalare: bagno attesa con porta che non si chiude, carta per mani esaurita, sapone mani esaurito. Disinfettante ospedaliero: questo sconosciuto.

Patologia trattata
Improvvisa febbre altissima e pressione bassa.
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1.0
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1.0

Un girone dantesco

Definirlo girone dantesco e il modo più civile per esprimere il peggio della sanità. Ho portato mia madre in pronto soccorso la mattina del 1 gennaio e dopo aver tentato inutilmente per 24 ore di avere informazioni, mi è stato risposto (in modo scortese) che non c'erano medici, costringendomi a chiamare le forze dell'ordine che, intervenuti, hanno fatto apparire i medici. Personale poco e sotto stress, quindi per niente disponibile e spesso molto alterato e sgarbato; barelle ovunque; sacche di caratteri gonfie di pipì che nessuno sostituisce; odore di feci e pazienti che si lamentano, ma nessuno li ascolta, tutto prosegue nell'indifferente scarica-barile tra medici e personale.

Patologia trattata
Polmonite.
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Vergognoso

Vergognoso portare avanti una OBI con personale ridotto all'osso. 60- 70 pazienti in barella con 3 infermieri e 2 medici. Il risultato è un assistenza pessima. È vergognoso pensare che è a rischio la vita dei pazienti e degli operatori e questo avviene sotto gli occhi di chi vigila sulla qualità dell'assistenza erogata.

Patologia trattata
Osservazione breve intensiva.
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1.8
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4.0
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OBI = girone dantesco

Mio marito (45 anni) è stato ricoverato in codice rosso per emorragia cerebrale. Sono riuscita a parlare con un medico solo dopo 10 ore. Ogni mia richiesta di parlare con un dottore mi è STATA NEGATA. Qui ogni diritto del paziente e del parente viene calpestato? Il personale medico e infermieristico l'ho trovato sgarbato e maleducato. La gente staziona nella OBI per giorni su barelle, quando si è fortunati, o su una poltrona per giorni. Paziente privato di ogni diritto privacy e servizi essenziali. Il triage viene effettuato al box informazioni dove tutti quelli in attesa ascoltano i tuoi problemi personali. Pessima esperienza. Da dimenticare.

Patologia trattata
Emorragia cerebrale.
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2.0
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5.0
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Pessimo

Attese lunghissime per pazienti gravi, considerati codice verde da gente che si nasconde dietro un protocollo.
A paziente ischemico, cardiopatico, operato, iperteso, malato di cancro, con vomito, diarrea, dolore diffuso, febbricola e un po' giallino, è stata presa solo la pressione (controllata con farmaci) e quindi messo in codice verde per ore! Dopo aver dato di matto, dopo due ore dove peggiorata, veniva portato dentro a fare le analisi (che avrebbero dovuto fare subito...) e messo per ore attaccato al muro in fila con altri malati..
Ci sono altri pronto soccorso nelle vicinanze, approfittatene gente..

Patologia trattata
Malato oncologico.
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1.0
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PECCATO CHE GLI ANZIANI NON POSSONO COMMENTARE

È un peccato che l'anziano non possa riuscire a commentare su QSalute. Mio padre, 82 anni cardiopatico, trasportato in ambulanza per presunta ischemia transitoria, dopo ore e ore di attesa (ma questo già lo sapete) è stato letteralmente BUTTATO in una sala PIENA PIENA PIENA di anziani in condizioni da OSPEDALE DA CAMPO DELLA GUERRA MONDIALE, anzi..... Ha firmato e ce ne siamo andati. Questa è diventata la nostra bella italia!!!

Patologia trattata
TIA.
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Sembrava fossi su scherzi a parte

Sono giunto al nosocomio alle 21.00 con mia moglie che aveva un dolore lancinante allo stomaco. All'accettazione non c'era nessuno; 5 postazioni vuote.
Gli infermieri che gironzolavano nella sala d'aspetto con telefonini e tazzine da caffè.
Una addetta al triage arriva, si siede in postazione e ci chiede cosa avesse mia moglie, alla mia risposta mi guarda e mi chiede perché fossimo andati proprio lì e che il gastroenterologo ci avrebbe visitato l'indomani.. Ci consegna il braccialetto e ci chiede di attendere da codice verde!!
La hall trasmetteva la partita, sembrava di stare in una birreria.
Disagiati che dormivano e persone che chiacchieravano e mangiucchiavano di tutto; tutto era surreale, sembrava di stare alla posta.
Mia moglie stava malissimo, io provavo a chiedere ma venivo rimbalzato dagli infermieri.
Ma nessun dirigente che legge queste recensioni prende provvedimenti???
Sembrava fossi su scherzi a parte. Ho preso mia moglie e sono andato via dopo un paio d'ore perché il tabellone ancora era fermo a persone in attesa 19... Dalle 21.00.

Patologia trattata
Infezione gastrica, sospetta ulcera perforante.
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PS Tor Vergata

Pronto soccorso inadeguato, disgustoso, gente in barella nei corridoi perché mancano i letti, 80 malati in un ingresso dove non si respira, puzza, infermieri lenti, pigri, gente che muore soffocata in mezzo a tanti altri malati; malati abbandonati a sè stessi, anziani costretti a mangiare da soli sul letto senza nemmeno un sostegno..

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Frattura metatarso.
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Colica biliare o colica addominale?

Mia madre si è presentata nel vostro P.S alle ore 12.30 per una sospetta colica biliare, in quanto affetta da calcoli alla colecisti.
Viene visitata, leggono ecografia fatta qualche giorno prima, fanno il prelievo quasi subito e le chiedono di aspettare nella sala d'aspetto, sebbene dolorante.
Viene lasciata quasi cinque ore senza nessuna assistenza, nonostante le richieste di un antidolorifico adatto alla sua patologia. Abbandonata su una sedia angosciata dalla situazione, viene visitata verso le 17.00 da una dottoressa a dir poco arrogante e maleducata, che non solo la umilia dicendo che non sapeva leggere ma, non contenta, alza la voce quando io mi intrometto chiedendo spiegazioni.. Tutto sbagliato il referto scritto poco prima da una sua assistente.. strappa i fogli di mano alla ragazza e riscrive la sua diagnosi (???), scrive di aver effettuato un elettrocardiogramma e le analisi richieste... ma mia madre ha effettuato solo analisi e nient'altro!! Vedremo quando richiederemo la cartella clinica cosa ha scritto la "simpatica dottoressa".
Siamo davvero in un ospedale che vanta nomi eccellenti e grande esperienza in una città come Roma, o in un ospedaletto di provincia??? Quali commenti posso fare?? Negativi ovviamente.

Patologia trattata
Colica addominale.
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Pronto soccorso completamente inadeguato

Gente in barella e in poltrona perché mancano i letti, 100 malati affollati in un ingresso dove non si respira, infermieri non sufficienti, gente che muore soffocata in mezzo a tanti malati e nessun medico e infermiere se ne accorge, malati abbandonati a sè stessi, vecchi disabili costretti a mangiare da soli sul letto senza nemmeno un sostegno (infatti questa sera a un poveraccio gli è caduta tutta la pasta sul lenzuolo!!!!). Ad un altro che chiedeva la forchetta, gli hanno risposto "che vuoi pure il vitto oltre l'alloggio?"... bisogna denunciare assolutamente...!!!

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Polmonite.
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pronto soccorso tor vergata

ventiquattr ore di totale abbandono.
infermeri sgarbati, mancanza di assisitenza, chiedo un pò di acqua e mi si invita a comprarla.
premetto, non potevo alzarmi altrimenti vomitavo.
tac fata dopo sei ore di attesa nnostante l'urgenza.
codice verde giallo o rosso dato addirittura dagli uomini della vigilianza all'accettzione.
pessimo servizio!!!
ci rendiamo conto???

Patologia trattata
trauma cranico da incidente
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in prima fila malati ed operatori dietro le quinte

nonostante il foglio di ricovero del medico curante, mi trovo all'astanteria del Pronto Soccorso da 5 giorni, ho 79 anni e sono invalida al 100% compreso parkinson e cancro: una vergogna.

Patologia trattata
stress cardiaco e gonfiore gambe
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