Neurochirurgia Ospedale Padova

 
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Recensioni dei pazienti

4 recensioni con 1 stelle

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Visita neurochirurgica per ernia cervicale

Alla fine del mese di settembre, dopo anni di sofferenza e ormai alla disperazione, venivo visitata per ERNIA CERVICALE presso la clinica Neurochirurgica di Padova. Il medico visitante, lette le analisi ed effettuata la visita dichiarava: IO NON LA OPEREREI NEPPURE SE MI ESONERA DA TUTTE LE RESPONSABILITA', IL RISCHIO E' TROPPO ALTO, LEI DOVRA' PENSARE A CURARSI E BASTA, NON TROVERA' MEDICI CHE SI ASSUMERANNO TALE RESPONSABILITA'.
In seguito sono stata operata d'urgenza presso l'Ospedale di Borgo Trento Verona dal Dott. CRISTOFORI, che ha gestito il mio caso e LUI MI HA RIDATO LA VITA.

Patologia trattata
ERNIA CERVICALE C6- C7 SINISTRA.
Voto medio 
 
1.3
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2.0
Pulizia 
 
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Da un semplice intervento... alla morte

Mio padre un uomo di 76 anni, dopo una risonanza magnetica, ha riscontrato un neurinoma del nervo acustico e, nonostante la dimensione del tumore, non aveva disturbi gravi, ma dei capogiri; dopo la visita fatta dal professore in questione in uno studio a Marsala (presidio di Trapani), gli è stato assolutamente consigliato l'intervento il prima possibile considerate le dimensioni del tumore, garantendo che mio padre sarebbe tornato a casa in una settimana in perfette condizioni, descrivendoci l'intervento in maniera completamente diversa di quello che doveva poi essere. Cioè lui ci disse che non avrebbe tolto completamente tutto il tumore vista l'età del paziente, ma che lo avrebbe ridotto aspirandolo con una cannula, sottolineando piu' di una volta che sarebbe andato tutto bene, che tutti i neurinomi operati da lui sono andati tutti a buon fine e che l'unico inconveniente sarebbe potuto essere una paralisi facciale. Allora io con le mie sorelle, e con il consenso di mio padre, abbiamo deciso di fare l'intervento. Dopo aver fissato la data dell'intervento, ci ha consigliato di interrompere due settimane prima la Clivarina (un anticoagulante) per evitare emorragie durante l'intervento. La telefonata del professore arrivò qualche giorno prima del previsto e, nonostante noi gli ricordassimo che mio padre aveva preso la Clivarina e non erano ancora trascorse le due settimane, lui disse di non preoccuparci; questo discorso lo abbiamo pure affrontato con altri medici del reparto e con l'anestesista, che ci dissero che non c'erano problemi e di stare tranquilli. Il giorno prima dell'intervento veniamo chiamati dal professore, che ci descriveva l'intervento in un altro modo e che potevano esserci rischi (ma come tutti gli interventi disse, )non ci sono alternative continuò, dobbiamo operarlo perche' in queste condizioni non sappiamo quanto potrebbe durare, se mesi o anni. Ok all'intervento. Mio padre dopo lunghe ore in sala operatoria usci' sedato, ma l'intervento era andato bene; dopo una risonanza magnetica di controllo subito dopo l'intervento si riscontrava una sanguinamento nella zona tumorale, quindi è stato subito riportato in sala operatoria e rioperato; si sono giustificati dicendo che era un rischio dell'intervento. MIO PADRE non si e' più risvegliato, è rimasto in coma, ma il prof. ci diceva che era risvegliabile e che non gli sarebbe rimasto nemmeno il facciale (la paralisi). Siamo rimasti a Padova per un mese aspettando il risveglio di mio padre, continuando a sentire la suo opinione diversa dal medici della rianimazione, cioe' loro dicevano che non era risvegliabile e che non si sapeva in che condizioni sarebbe rimasto. Ha subito una tracheostomia e una PEG (un sondino posizionata nell'intestino nei pazienti che necessitano di una nutrizione enterale per un lungo periodo). Comunque, tirando le somme, hanno spedito mio padre in reparto dopo un mese di terapia intensiva in stato vegetativo, con una piaga da decubito al 4° stadio (NON CURATA); dopo 4 giorni di reparto, non potendo piu' fare niente, hanno spedito mio padre in ambulanza in Sicilia (DOPO 16 ORE DI VIAGGIO), non si sapeva nemmeno se mio padre sarebbe arrivato vivo considerato che ha viaggiato con febbre altissima.. Lo hanno portato a Marsala in una RSA di villa Morena (consigliata dal Professore): il peggior posto in assoluto dove un paziente in quelle condizione potesse essere curato (si dimenticavano anche a dargli da mangiare e quando lo facevano non pulivano la Peg e non sapevano nemmeno come pulire la Trachio).
Dopo una settimana lo trasferimmo nella nostra città (Mazara del vallo) in una RSA- Villa Letizia- completamente diversa, dove abbiamo avuto a che fare con personale competente e con un cuore. Mio padre è rimasto in questa struttura per circa 9 mesi, poi abbiamo deciso di portarlo a casa e prenderci cura noi di lui 24 ore su 24. E' rimasto in questo stato per circa 18 mesi, il 28 aprile 2012 ci ha lasciati.
Bastava soltanto dire che era meglio non operarlo, almeno sarebbe andato via in maniera dignitosa, invece il guadagno era più importante.. Spero che la mia testimonianza potra' essere utile.
Cordiali saluti!

Patologia trattata
Neurinoma del nervo acustico.
Voto medio 
 
1.0
Competenza 
 
1.0
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Pulizia 
 
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Servizi 
 
1.0

Una morte assurda!

Nostra madre Teresa è stata ricoverata sabato 30 ottobre 2010 presso il reparto di neurologia di Padova. le era stato diagnosticato un meningioma di circa 5 cm. sul lato destro del cervello...
Era in attesa di essere operata e a tale scopo le erano state prescritte tutte le analisi del caso.
Dopo una settimana fu trasferita in neurochirurgia e poco prima della data fissata per l'operazione le fu diagnosticata una tromboflebite a una gamba (ci fu detto che era stata probabilmente causata dalla angiografia che le era stata fatta qualche giorno prima). L'operazione chirurgica venne annullata e rimandata a data da destinarsi.
Fino a questo punto nulla da dire... di fronte a una trombosi in atto qualunque anestesista avrebbe avuto delle remore a far operare una paziente rischiando di farle venire una embolia polmonare...
Ma quello che non ci è chiaro (e che non ci fa più dormire la notte) è perché i medici della neurochirurgia presero la decisione che nostra madre dovesse essere subito dimessa dal reparto, malgrado il suo stato palesemente sofferente, per curarsi a domicilio nell'attesa che questa flebite passasse. Nel dimetterla ci fu assicurato che sarebbe stata seguita a distanza e che dopo pochi giorni avremmo dovuto farle un ecodoppler per poi fissarle una visita di controllo in cui sarebbe stata decisa (fermo restando la guarigione dalla tromboflebite) la data dell'operazione.
Il primo di dicembre portammo fiduciosi nostra madre a fare questo ecodoppler e conseguentemente telefonammo al numero che ci era stato dato per fissare l'appuntamento di controllo...e, Udite, udite, il centro preposto a fissare l'appuntamento era chiuso fino all'8 di dicembre causa congresso.. Di conseguenza chiamammo subito il reparto di neurochirurgia e il dr. Rotilio ci assicurò che la paziente non era in pericolo di vita e che presto ci avrebbero contattato loro per fissare la data dell'operazione.
Così passò qualche altro giorno e, fiduciosi di essere presto chiamati, ci dedicavamo a coccolare la nostra cara mamma... In mattinata di Lunedì 6 dicembre Teresa cominciò a sentirsi male e noi chiamammo subito il 118 per farla ricoverare a Padova, ma ci fu detto che era Impossibile il ricovero in quella sede in quanto la chiamata era partita dalla provincia di Venezia (Teresa era provvisoriamente in casa della figlia).
Quindi fu portata al pronto soccorso di Mirano dove le fu fatto una Tac... purtroppo dalla tac fu subito chiaro che Teresa aveva avuto una emorragia cerebrale sul lato opposto (il lato sinistro) di dove aveva il meningioma. La tac fu spedita a Mestre e un neurochirurgo decretò che la paziente era inoperabile!
Basiti da questa decisione chiamammo subito in neurochirurgia a Padova solo per sentirci dire dal dr. Pavesi che purtroppo un'emorragia cerebrale è un evento fortuito, una tragica fatalità che poco avrebbe a che fare con il suo meningioma e che comunque era avvenuta sul lato opposto di dove era dislocata la massa tumorale.
Nostra madre fu portata in rianimazione a Dolo... e da li a poche ore morì!
Che dire dopo la morte di una persona cara?... che dire dopo che è venuto a mancare il cardine di una famiglia... anzi il cardine di molte famiglie?
Che pensare di un Ospedale come quello di Padova che rimanda a casa una paziente in attesa di essere operata e sofferente come era sofferente nostra madre?
Che pensare di un Reparto di Neurochirurgia che demanda alle amorevoli ma inadeguate cure dei familiari le sue doverose prerogative?
Teresa era una donna solare e vitale...ci ha lasciato sicuramente molto prima di quello che era a lei dovuto come aspettativa di vita...e ci ha lasciato in un modo così assurdo da suscitare tanta rabbia..
In questa sede non vogliamo lanciare accuse... ma non lasceremo nulla di intentato per far si che venga fatta piena chiarezza su questa triste vicenda...in modo che la nostra cara mamma possa riposare in pace...e noi figli possiamo trovare quella serenità che ora ci manca!
Fiorella e Andrea Peron.

Patologia trattata
Meningioma.
Voto medio 
 
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Servizi 
 
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Aneurismi cerebrali

MI CHIAMO TANIA, SONO UN MEDICO NEUROLOGO PRESSO UN OSPEDALE SICILIANO ED HO SEMPRE AMATO IL MIO LAVORO. Nel gennaio del 2008 mi venne diagnosticato un aneurisma di pochi millimetri della biforcazione della cerebrale media, presso la neuroradiologia dell'Ospedale Cannizzaro di Catania. nell'Aprile del 2008 ho eseguito l'esame angiografico presso il policlinico di Milano con il prof. Branca, professionista con grande competenza e professionista eccellente. Mi furono diagnosticati 4 aneurismi di piccolissime dimensioni delle cerebrali medie dx e sx, il prof Branca con grande professionalita' mi consiglio l'embolizzazione a dx e di effettuare un consulto neurochirurgico a Padova dal DOTT RENATO SCIENZA. Dove mi recai il 03/05/2008 E DAL QUALE MI FU CONSIGLIATO L'INTERVENTO IN DUE TEMPI. FINALMENTE FUI CHIAMATA PER IL 19 GIUGNO E DOPO DIECI GIORNI DI ALBERGO, RICOVERATA. DOPO DIECI GIORNI IL 03/07 SONO STATA SOTTOPOSTA A CRANIOTOMIA BILATERALE: Durante l'intervento mi e' stata procurata un 'ischemia da vasospasmo con grave emiplegia sin, quando il vero scopo dell'intervento non era quello di salvarmi la vita ma quello di prevenire i danni conseguenti alla rottura degli aneurismi. Ma a cosa e' servito il mio intervento? IO MI SONO SVEGLIATA IN RIANIMAZIONE CON UNA GRAVE EMIPLEGIA SINISTRA DELLA QUALE ME NE SONO RESA CONTO IO! MI FU DETTO ISCHEMIA CEREBRALE E MI FU DETTO CHE LA PLEGIA SAREBBE REGREDITA MASSIMO IN 15 GIORNI, MA IO SAPEVO CHE NON ERA COSI.. SONO STATA RIAPERTA PER FUORIUSCITA DI LIQUOR E HO PRESENTATO PIU' DI UN MESE DI FEBBRE CON POCO INTERESSAMENTO DEI MEDICI E DEL PERSONALE INFERMIERISTICO. MI SEMBRAVA DI ESSERE IN UN INCUBO (MEDICO DI GUARDIA CHIAMATO RIPETUTAMENTE ALLE ORE 6,30 PER LA FUORIUSCITA DI LIQUOR SI E' PRESENTATO ALLE ORE 11,30, CON IL RISCHIO DI MENINGITE). L'UMANITA' DEL PERSONALE INESISTENTE, PURE DAVANTI ALLA MIA COMPRENSIBILE ANGOSCIA DI NON RIUSCIRE A VEDERE PIU' MIA FIGLIA DI APPENA 5 ANNI E PER IL FATTO DI ESSERE ENTRATA IN BUONA SALUTE E DI ESSERMI RISVEGLIATA INVECE CON UNA GRAVE MENOMAZIONE IN GIOVANE ETA'. E' DA DUE ANNI CHE PRATICO TERAPIA RIABILITATIVA IN AUSTRIA DAL PROF L. SALTUARI. UNA ESPERIENZA TERRIFICANTE. TANIA.

Patologia trattata
Aneurismi cerebrali.
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