Ostetricia e Ginecologia Niguarda

Mi sono affidata alle sapienti mani del Dr. Meroni. Ho consultato una miriade di ginecologi, ma lui è stato l'unico ad infondermi quella tranquillità e sicurezza che non si studia sui libri, pur mettendomi di fronte ai rischi oggettivi dell'operazione. Ho affrontato così l'intervento, una miectomia durante la quale mi sono stati asportati miomi per 1,5 Kg. di peso. Un grazie particolare anche all'anestesista, a tutto il personale di sala operatoria, agli infermieri e a tutto il personale di assistenza.

Volevo ringraziare tutto il reparto ed in particolare l'equipe medica del dott. Fabio Sanguineti che ha operato mia moglie per fibroma uterino in laparotomia. Operazione perfetta e anestesia totale senza postumi. Non ho parole per ringraziarvi sia della competenza tecnica che del lato unano, tutti eccezionali...
Vi abbraccio forte forte per averci restituito la serenità e la salute. Tanti auguri a tutti per un felice Natale ed un sereno 2019.
Siete angeli, grazie infinite.

Presenza di un fibroma di 15 cm. più miomi multipli. Operata il 29 marzo 2019. Perfetta isterectomia in laparoscopia, nessun effetto collaterale nel post operatorio, ottima convalescenza (a parte gli ovvi dolori dei primi giorni).
Un grande plauso all'equipe, per la tecnica, l'abilità, l'impegno: temevo il taglio da laparotomia, è stato bellissimo risvegliarsi coi "buchetti".

Mi sto facendo seguire al Niguarda per la mia prima gravidanza, nonostante non sia comodissima visto che abito in porta Venezia.
Mi sta seguendo il dottor Roberto Merati, devo dire che è molto attento, competente e soprattutto una persona molto seria e umana.
Mi è capitato, a causa dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, di fare una visita con la dott.ssa Serafini e purtroppo non posso dire sia stata la stessa esperienza: la dottoressa era alquanto stizzita, addirittura si è permessa di farmi la paternale perché i miei referti non erano in ordine cronologico (premetto che non ero
neanche tenuta a portarli visto che loro dovrebbero averli al pc tramite fascicolo sanitario); inoltre non si è neppure alzata dalla sedia per visitarmi, ma ha lasciato che l’eco la facesse una ragazza giovane con cui comunicava dietro la tendina. Tra l’altro entro e la prima domanda che mi pone è cosa dovessi fare. Io le spiego che avevo la visita col ginecologo che mi stava seguendo, che appunto non può causa coronavirus, e lei si innervosisce perché non ho dato una risposta precisa. Ma io dico, apri il pc, no? Ma poi se una sta pagando 180 euro a visita, forse si aspetta che le indichino tutto il percorso...
Ad ogni modo, non vorrei fare la visita con lei un’altra volta.

Costa il migliore.
Nel 2017 sono stata seguita dal Dr. Michele Costa.
Gran medico e grande uomo, tanto sensibile dolce quanto schietto e freddo.
Un medico che lavora con passione.
Mi sono trovata benissimo, è disponibile, attento, professionale; è un uomo che ti dà fiducia.
Lo consiglio a tutte.
Altra persona valida, professionale, brava, dolce e con passione è la Dott.ssa Paola Corbella.

Ho eseguito la translucenza in gravidanza presso l'ambulatorio di Ostetricia. Sono infermiera presso questo stesso ospedale.
Al mio arrivo in ambulatorio ho trovato due giovani dottoresse, la Dott.ssa Bucolo e la Dott.ssa Serafini. L'accoglienza è stata pessima: ho chiesto se era possibile far assistere mio marito alla visita, mi è stato detto di no in maniera scortese e mi è stato detto che ero l'ennesima donna a fare la stessa richiesta in quella mattina; inoltre mi è stato detto di non fare polemiche nonostante io avessi fatto solo una richiesta e avevo già considerato la possibilità di ricevere un no.
La dottoressa ha poi iniziato la visita, da quel momento in poi non ha più comunicato con me. Non mi ha resa partecipe durante l'ecografia.
Come tutte le donne in attesa, aspettavo con ansia quel momento, ma da parte di entrambe le dottoresse non ho avuto un briciolo di empatia o considerazione. Hanno sempre parlato solo tra loro e di argomenti che non riguardavano la mia visita. Infine mi è stata prescritta una terapia preventiva in merito a ciò che è emerso durante la mia visita, ho ricevuto una spiegazione frettolosa e nessuna delle due dottoresse si è accertata che io avessi ben chiaro ciò che mi era stato detto.
Da paziente, ma ancora di più da infermiera di questo ospedale, mi sento molto delusa e sconsiglio queste due dottoresse.

Le infermiere che rispondono al citofono di emergenza del PS ostetrico sono assolutamente scortesi e prive di sensibilità nei confronti del malato ed eventuali parenti stretti.
Dopo ore e ore di attesa fuori dalla porta in attesa di sapere cosa stesse succedendo a mia figlia, non si sono degnate di uscire un secondo per rassicurarmi, nonostante i miei tentativi al citofono.
Danno informazioni sbagliate a gente che cercava urgentemente il PS pediatrico. Praticamente hanno mandato due piccoli pazienti coi genitori, dalla parte sbagliata!!! Noi altri fuori li abbiamo poi indirizzati dalla parte giusta.
Donne che suonano in urgenza, al citofono non vengono neanche ascoltate. Dopo pochi minuti le addette dimenticano completamente chi ha suonato prima e fanno entrare invece chi è arrivato dopo...
Qui vince chi è più sveglio e scaltro? Bisogna purtroppo alzare la voce per farsi ascoltare! È arrivata una donna accompagnata da operatori 118 in grave urgenza, essi hanno suonato e spiegato l'urgenza, ma niente... han dovuto aprire da soli la porta e portare dentro la donna, nessuno ad accoglierli.
Allibita.

Ad agosto 2018 ho effettuato un parto cesareo programmato. Tutto sembrava andare per il meglio finché i medici (la dottoressa Loi e un'altra di cui non ricordo il nome) si sono accorte che non riuscivano a far uscire mio figlio perché (a loro dire) avevo degli addominali iper sviluppati. Per farlo nascere hanno dovuto tagliare parte dei miei muscoli addominali e usare una ventosina. Ho trovato il tutto alquanto strano perché si trattava di un parto cesareo (per giunta programmato) e in precedenza non avevano riscontrato alcuna anomalia. Inoltre avevo dovuto trascorrere gli ultimi 8 mesi a riposo assoluto essendo una gravidanza a rischio, quindi dubito che i miei addominali fossero così tonici. A distanza di un anno ho ancora la pancia cadente.

Nonostante l'ottima fama dell'Ospedale Niguarda, mi sono trovata costretta a cambiare addirittura struttura per la mancanza di professionalità e di empatia della ginecologa. Nelle visite prenotate privatamente con lei, si è sempre presentata in forte ritardo, assoluta mancanza di assistenza e soprattutto atteggiamento che mette in soggezione la pazienza ad ogni curiosità.

L'ecografia in sè, translucenza nucale alla prima gravidanza, non e' stata neanche male.
Il medico mi ha dedicato del tempo anche per registrare il cuore dato che, causa emergenza sanitaria, il papa' non era potuto entrare.
E' stata pero' per alcuni minuti al suo cellulare, sia appena entrata io che durante l'ecografia in sè.
Pagando 113 euro, essendo dentro da sola e ascoltando il cuore del mio bimbo per la prima volta, avrei preferito qualcosa di meglio.
Purtroppo non conosco il nome di una delle infermiere fuori dallo studio, sgarbatissima.

Non metto in dubbio le competenze del personale medico di questo ospedale, dove ho già partorito il mio primo figlio e dove pianifico di partorire il secondo.
Il problema è il clima all'interno del reparto, dove ho visto, in occasione delle tre visite fatte fino ad ora, dottoresse stressate, sotto pressione, che non avevano né tempo né voglia di dare spiegazioni. Valutano la situazione prettamente fisiologica senza lasciare spazio ad un lato umano ed empatico. E non spiegano nulla se non è la paziente a fare le domande.
Per fortuna ho fatto visite anche presso altri ospedali di grandi dimensioni (es. Mangiagalli) dove sono stata accolta in primis con un sorriso e medici che non davano l'impressione di volersi liberare di te il prima possibile per passare al prossimo numerino.
E non per questo i tempi di attesa in Niguarda sono più brevi. A inizi luglio ho atteso 3,5 ore in sala d'aspetto per una visita prenotata.

Una menzione speciale alle ostetriche che, nonostante siano, parimenti ai medici, sempre sotto stress, riescono a tenere in piedi il reparto con gentilezza e cercano sempre di dare una mano.

Parto ok, medico in sala parto e ostetriche veramente competenti e gentili.
Lo stesso non posso dire del post parto, che è stato traumatico a causa infezione: mi sono trovata malissimo con medici e infermieri, comunicazione praticamente assente, mi hanno fatto esami su esami per una settimana senza spiegarmi esattamente cosa accadeva. Mi hanno addirittura "prelevata" dalla mia stanza in barella, per effettuare una RX e nessuno si è degnato di avvisarmi.
Ho fatto presente che ero allergica ad un determinato farmaco e la dottoressa alle dimissioni mi ha prescritto quel farmaco! Evidentemente non leggono nemmeno con attenzione la cartella dei pazienti.
Inoltre il nido del Niguarda è PESSIMO e assente. Rispetto e comprensione zero, totale mancanza di tatto nei confronti delle mamme e incompetenza per quanto riguarda il supporto con l'allattamento. A mai più.

Ho avuto le contrazioni preparatorie per un mese, superato il termine di scadenza del parto e rotto tappo mucoso, nonostante tutto mi rimandavano a casa. L'ennesima notte, dopo il solito controllo in cui mi stavano per rimandare a casa, dicendo che sarebbe ancora stata lunga, è passato il primario. L'unica mia fortuna. Ore dopo cesareo d'urgenza. Ci ha salvati in tempo.
Mio figlio è nato con un nodo vero all'inizio del cordone ombelicale. Non vi dico dopo. Io mi sono svegliata dolorante alle 3.00 di notte ed è stato il mio compagno a portarmi il bambino in camera alle 6.00 del mattino, perché non c'era nessuno disponibile. Infermiere che trattavano male e che ti "saltavano letteralmente addosso" per vedere se l'utero rispondeva bene. Le lacrime che mi sono fatta non lo potete immaginare. Solo il reparto pediatria lo promuovo.

Pessima esperienza, ho pagato 180 euro per 15 minuti di visita, non ho ricevuto risposte, la visita non è stata completa, ginecologo sbrigativo. Il referto finale non è coerente con quello che mi è stato riferito a voce dal medico stesso. Sconsiglio fortemente per chi presenta questa patologia.

Dopo essere stata seguita privatamente per tutta la gravidanza dai medici dell’ospedale, mi sono recata con contrazioni al pronto soccorso ostetrico per partorire; non mi è piaciuto per niente l’approccio della Dott.ssa Bucolo, che avrà anche seguito le regole dell’ospedale mandandomi in un altro ospedale per il parto (non potevamo darmi la dovuta assistenza!?) ma, mentre soffrivo piangendo per il dolore delle contrazioni, non ha capito lo stato d’animo (forse ero un po’ spaventata?!?) e , a mio avviso, ha avuto un atteggiamento troppo duro e scortese per alcune risposte che ho ricevuto.
Risultato, sono uscita piangendo dolorante in uno stato d’animo pessimo che mi ha aumentato l’ansia e, mentre mi recavo in un altro ospedale per partorire, per il nervoso le contrazioni sono aumentate (a 5 minuti) e sono arrivata agitata al P.S. di un altro ospedale in cui non conoscevo nessuno (per fortuna, loro mi hanno accolta con gentilezza e portata in sala parto).
Non voglio polemizzare sull’iter del Pronto soccorso solo perché quando ho avuto bisogno durante la gravidanza, e anche dopo, ho incontrato altri dottori completamente diversi nel loro approccio e molto ma molto più gentili, però dopo aver passato tutta la gravidanza a Niguarda privatamente, sinceramente mi aspettavo un altro tipo di trattamento.

Che dire.. parlassimo di un'ablazione del tartaro, no invece: è il primo figlio, quindi qualche info in più non guasta. Giusto? Ecco, nel mio caso una prima visita fatta alle 20.00 di sera invece che alle 17.00 (privata eh..), un'accoglienza di quelle "ma sì un'altra incinta". Nessuna informazione se non le paure legate al Bitest e al Dna fetale in caso di malformazioni. Sorrisi nel momento in cui chiedo cosa causino i fibromi, altre ridacchiate quando non so spiegare scientificamente le malattie congenite famigliari e via così. Ah, è stato preso in giro anche il consiglio del mio medico di base che, in fase preconcezionale, mi aveva allertata sulla tiroide. Ma guarda un po' aveva ragione lui. Arrivederci, vado altrove.

Ho accompagnato mia figlia con emorragia vaginale in corso, portata a Niguarda perché già in cura da loro, che erano consapevoli del rischio di emorragia, con raccomandazione, nel caso fosse successo, di correre in PS.
Dopo un paio d'ore è stata dimessa accompagnata dalla battuta "Mai avute le mestruazioni signorina?" dalla dott.ssa Di Ramio che precisa, sul foglio di dimissione, che "si informa la paziente su quali siano i casi per cui recarsi in PS".
La riporto a casa, ma nel tragitto la situazione precipita, viene portata in ambulanza all'ospedale di Magenta, dove il medico, visibilmente agitato dopo essere stato riempito di sangue durante la visita, le diagnostica una probabile MAV con lesione dell'arteria uterina. Purtroppo tale patologia potrebbe richiedere un intervento di urgenza che a Magenta non viene effettuato, così decide di inviarla a Niguarda. Organizza quindi il trasporto con ambulanza di rianimazione con ginecologa, rianimatore e sacca di sangue a bordo che, in codice giallo. la riporta a Niguarda, dopo telefonata intercorsa tra i medici delle 2 strutture.
Qui è stata finalmente presa in carico ed è rimasta ricoverata 6 giorni, dimessa con prescrizione di assoluto riposo, assai debilitata.
Come se non bastasse il danno arrecato per la negligenza, le è stato lasciato per i primi 3 giorni il catetere che, nonostante lamentasse bruciori e dolori, non le è stato sostituito e nemmeno è mai stata pulita o disinfettata. Ogni volta che lei faceva notare il fastidio che le stava dando, la riempivano di antidolorifici sempre più potenti. Da lì, anche ora che è trascorso del tempo, continua ad avere episodi di cistite, dovendo spesso ricorrere ad antibiotici.
Concludendo, questo gravissimo errore di valutazione avrebbe potuto portare a gravissime conseguenze.

Ho 45 anni, pochissima esperienza in visite mediche, ospedali e patologie, fortunatamente ho sempre goduto di ottima salute.
Ho sempre avuto cicli regolari di durata di 3/5 giorni, dopo 10 giorni di perdite, spaventata anche dalla irregolarità della perdita, mi reco al pronto soccorso del Niguarda.
Dal pronto soccorso mi mandano al pronto soccorso ostetrico, specificatamente chiedo se fossi già inserita in attesa e mi viene risposto di sì. Vado al 2° piano del padiglione e suono il campanello, l’ostetrica mi dice di aspettare fuori, sono le 12.30. Attendo, attendo, attendo, alle 16.00, avendo visto il cambio turno, risuono il campanello e chiedo se fossi in lista, mi viene chiesto il nome e da lì si realizza che non c’era!!!
L’infermiera mi prende i dati, pressione e febbre e mi dice di aspettare fuori.
Aspetto aspetto aspetto e nel frattempo vedo persone arrivate tempo dopo di me passare, risuono e questa volta arrabbiata faccio presente che ero lì da 6 ore e che mi stavano passando avanti!!!
Finalmente entro, il dottore è accompagnato da uno studente, il medico mi ascolta con aria di sufficienza, mi visita, non mi dice nulla, mi dice che devo fare il pap test, gli chiedo se mi può fare lui la ricetta (me la fa sbagliata, ricordo a questo simpatico medico che deve scrivere anche la motivazione della richiesta e non solo Pap test), me ne vado!!!!
Questo medico a mio avviso ha sbagliato mestiere, può avere tutti i master che vuole, collaborare con diverse riviste, specializzarsi in tutte le Specialitá, ma per fare il medico a parer mio OCCORRE BEN ALTRO!!
E poi una conicità, superficialità, supponenza tali da non essere compatibili con la professione di ginecologo, del pronto soccorso poi!!!!
Si presume che una persona che arriva al pronto soccorso per problemi così intimi e delicati, venga trattata con una sensibilità maggiore e non con sufficienza.
Sto approfondendo comunque con esami, la sua visita non mi ha proprio convinta, 25,00 al servizio nazionale, con quello che pago di tasse, per uscire con la sensazione che la sbagliata fossi io.
Sbagliati siete voi che fate attendere 6,30 ore una persona (perché NESSUNO ASCOLTA IN QUESTO REPARTO) per poi uscire senza nemmeno due parole, e quelle dette anche poco utili.
Lunedì 5 febbraio 2018, dalle 12.30 alle 18.30, così che se qualcuno del reparto legge, speriamo la direzione sanitaria, comprenda di quale medico e ostetriche parliamo.