Ospedale San Giovanni Battista Roma

 
3.7 (71)

Recensioni dei pazienti

71 recensioni

 
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Voto medio 
 
3.7
 
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Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Pessima esperienza

Mio padre, 84 anni con demenza senile, è stato ricoverato in questo ospedale a dicembre 2020 per la riabilitazione dopo la frattura di un femore. Per 40 giorni non abbiamo avuto la possibilità di vederlo, a Natale avevo chiesto il favore ad una infermiera del reparto Rodi 1 di poter fare una videochiamata, ma la risposta è stata "siamo sotto organico". Ogni 2 giorni contattavo il dott. Fiorentino, che puntualmente mi diceva che mio padre faceva ogni giorno dei miglioramenti con il deambulatore. Questo fino al 23 gennaio 2021 quando, telefonando a mio padre, mi rispondeva invece la dott.ssa Sergio, che mi informava che nella notte mio padre aveva avuto uno scompenso cardiaco. Se non avessi telefonato io, quando mi avrebbero avvisato? Mi sono recata di corsa in ospedale e ho richiesto le dimissioni coatte, ottenute con qualche difficoltà. Trasportato mio padre a casa con una ambulanza privata, ho contattato un cardiologo che, a seguito di una accurata visita, riscontrava sì uno scompenso cardiaco, non grave, ma anche una prolungata disidratazione e malnutrizione, con decubiti estesi su tutta la parte lombo-sacrale, nonchè su entrambi i talloni e polpacci, e con necrosi avanzate. Purtroppo mio padre è deceduto dopo 15 giorni.

Patologia trattata
Riabilitazione post frattura del femore.
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Pessima esperienza

Con il Covid le mura del castello sono impenetrabili ed è difficile capire cosa accade. Pazienti lasciati con i pannoloni colmi di feci ed urine e non accompagnati in bagno, medici nascosti dietro una linea telefonica sono il meno fra ciò che abbiamo sopportato.

Patologia trattata
Riabilitazione.
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Fisioterapia al ginocchio

Purtroppo io, dopo intervento di protesi del ginocchio, non ho avuto alcun miglioramento dal trattamento fisioterapico.

Patologia trattata
Protesi di ginocchio.
Voto medio 
 
4.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

LEPANTO 1 - LA MIA SALVEZZA

Dal 9/1/2019 sono ricoverata al reparto “Lepanto 1“ per riabilitazione dovuta ad una protesi al ginocchio sinistro, ma con tutta una problematica clinica gia' esistente e varie complicanze alla protesi. Dimissioni programmate per il 4/3/2019.
Ho avuto momenti bui, crisi di pianto e di disperazione, ma grazie alla professionalita' e l'umanita' di tutto il personale, e sottolineo tutto, che mi ha confortato e sostenuto come una vera famiglia, ho superato tutto.
Grazie alla dott.ssa Calisse e al dott. Viselli, oltre che per la loro professionalita' ,per la pazienza e l'umanita' che hanno con i pazienti.
Grazie ad Antonella, la mia fisioterapista, per tutto quello che ha fatto per me con la sua bravura e abilita' professionale, ma anche per il suo sostegno morale.
Grazie a tutto il personale infermieristico: siete dei grandi ma, non me ne vogliate, un grazie particolare alle infermiere Giorgia, Marika e Mary (Maria Luigia) che mi sono state vicino, oltre che professionalmente, come delle figlie.
Vi assicuro che trovare un ambiente come questo e' difficilissimo nella nostra Sanita'. Grazie.

Patologia trattata
RIABILITAZIONE POST INTERVENTO DI PROTESI TOTALE GINOCCHIO SX.
MORBO PARKINSON.
Voto medio 
 
2.3
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Riabilitazione post frattura

Hanno dimesso mio padre con un'agocannula nel braccio ed una terribile piaga al tallone che all'atto del ricovero (un mese prima) era solo una vescica. Non aggiungo altro.

Patologia trattata
Riabilitazione.
Voto medio 
 
4.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Postumi di ictus

Sono stato trasferito dall'ospedale S.Eugenio di Roma al reparto Rodi1 il 18 aprile 2016 per la riabilitazione degli arti inferiori, completamente inutilizzabili a causa di ischemia cerebrale. Ringrazio il dott. Fiorentino ed i suoi colleghi, gli infermieri tutti, gli operatori di assistenza (i portantini), la fisioterapista Alberta Tocci. Tutti competenti e cortesi oltre che premurosi.
Grazie alla fisioterapia, ho riacquistato l'uso delle gambe che erano praticamente morte. Grazie a tutti.

Patologia trattata
Postumi di ischemia cerebrale con perdita della funzionalità degli arti inferiori.
Voto medio 
 
3.8
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
4.0

Riabilitazione motoria

Rodi 2:
A marzo 2016, dopo un intervento alla colonna vertebrale per recidiva di morbo di Pott, sono stata ricoverata all'ospedale S. Giovanni Battista per la riabilitazione motoria. Sulla base di una Tac cui sono stata sottoposta appena entrata, i medici hanno escluso la possibilità di effettuare una fisioterapia sotto carico e si sono limitati a potenziare gli arti superiori per facilitarmi la gestione di una sedia a rotelle, sulla quale mi hanno praticamente inchiodata. Ho trascorso così due mesi di degenza praticamente allettata e al momento della mia dimissione è stata peraltro sospesa la terapia anticoagulante e sono tornata a casa sempre sulla sedia a rotelle e senza alcun miglioramento delle mie condizioni.

La Valletta
Ad agosto 2016 sono stata colpita da embolia polmonare ed ischemia cerebrale con emiplagia sinistra. Dopo le cure del caso, sono stata ricoverata nuovamente all'ospedale S. Giovanni Battista per la riabilitazione della mano. Appena entrata, i medici dissero che mi avrebbero sottoposto ad una Tac e ad ulteriori accertamenti per valutare anche le condizioni della mia colonna e la possibilità di mettermi in piedi. Non è stato fatto nulla di tutto questo. Ho trascorso una degenza da incubo durata due mesi completamente allettata e per buona parte isolata a causa di una infezione intestinale. Ho creduto di impazzire. La fisioterapia è stata molto superficiale, le piaghe da decubito sono peggiorate, le mie gambe si sono intorpidite sempre più e senza effettuare alcun tipo di controllo e sulla base di una sommaria visita i medici hanno poi sentenziato che non avrei più camminato perchè ero affetta da sindrome caudina, da assenza di glutei e chissà quant'altro. Quando sono stata dimessa, le mie condizioni erano invariate e la depressione mi stava divorando. Oggi che sto ricominciando a camminare so che non devo ringraziare proprio nessuno dell'ospedale San Giovanni Battista e che i piccoli progressi quotidiani che sto ottenendo sono dovuti solo alla mia forza di volontà, al sostegno della mia fisioterapista, all'elasticità mentale e alla fiducia del mio neurochirurgo.

Patologia trattata
Riabilitazione motoria dopo intervento alla colonna e riabilitazione post ictus.
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Errate diagnosi e cure

Nel 2012 sono andata al Giovanni Battista per un gonfiore al polpaccio sinistro che mi aveva oramai aumentato il volume dell'arto, diventato enorme. Mi sono rivolta al Dott. Cosentino e al dott. Sandro Michelini, responsabile dell'Unità Operativa Riabilitazione Vascolare del San Giovanni Battista, pensando che potessero aiutarmi, con una pregressa diagnosi di trombosi venosa profonda. I dottori in questione mi hanno ribadito il problema alle vene con un ristagno linfatico, per il quale mi hanno sottoposta a una serie di visite, analisi, esami diagnostici e cicli di massaggi linfodrenanti e bendature a compressione graduata. Con queste cure dicevano che il mio problema poteva essere tenuto sotto controllo, ma che non avrei mai potuto risolverlo. A maggio del 2015 ho provato a sentire un altro parere e in una sola visita un medico mi ha trovato un lipoma al polpaccio di 25 x 7 centimetri, che mi stava portando a zoppicare e a deambulare oramai in modo anormale. A luglio 2015 sono stata operata ed è stato asportato il lipoma, restituendomi la normalità sia di dimensioni che di funzionamento della gamba sinistra. Vorrei evidenziare l'incompetenza che questi due dottori hanno dimostrato nel mio caso.
Marina

Patologia trattata
Edema polpaccio sinistro.
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

La Valletta: assistenza infermieristica pessima

Mio padre e' attualmente ricoverato nel reparto La Valletta sotto la direzione del dott. Cecconi. Purtroppo devo pubblicizzare episodi intollerabili e inaccettabili da parte di alcuni soggetti del personale infermieristico. In generale, l'assistenza e' comunque al limite della sufficienza ma in particolare ecco quello che ci e' accaduto. Una mattina abbiamo trovato urina nel cassetto del comodino di mio padre, che ha una disabilita' totale della parte sinistra dovuta al meningioma e pertanto non e' in grado di sollevarsi da solo, tanto che gli viene messo il pannolone perche non e' autosufficiente e viene trasportato su una carrozzina. Percio' lui non puo' essere stato, tanto piu che di notte viene sedato per riposare. Inoltre, da un altro paziente ho appreso che una notte gli infermieri di turno sono stati da lui stesso sorpresi a dormire e alla precedente richiesta di assistenza di mio padre, ripetuta piu volte per una necessita' reale, hanno risposto staccando il campanello per impedirgli di chiamare ancora. Insomma, sento molti pazienti lamentarsi degli infermieri e del loro pessimo servizio. Mi rivolgerò alla direzione sanitaria appena trascorse le festivita'.
Simona Bartoccini.

Patologia trattata
Meningioma.
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
1.0

Ricovero per ictus

Struttura Cavalieri di Malta in riabilitazione 3.

Con la scusa del Covid non ci hanno permesso di vedere mia madre ogni giorno, pur sapendone lo stato grave di salute, essendo stata colpita da ictus che ha provocato immobilizzazione, afasia e altro.

Posizionata sempre su una sedia a rotelle, inclinata con la testa ed il busto completamente da un lato, e questo per tante ore ogni giorno, senza nessuno che se ne prendesse cura, procurando maggiori decubiti.  
A volte sporca, in particolare i primi tempi, e sempre disidratata.

Nei giorni caldi di maggio, le avevano messo pantaloni felpati pesantissimi, non suoi, sulle gambe già accaldate dalle fasciature. Abbiamo chiesto di metterle quelli di cotone che aveva nell’armadietto, ma il giorno dopo aveva sempre gli stessi pesantissimi pantaloni.

Ho chiamato il giorno di Pasqua (il 17 Aprile ) per avere notizie di mia madre, oltre a dirmi che durante le feste non dovevo assolutamente chiamare, mi hanno risposto che stava benissimo. Non sapevano di chi stavano parlando.

Fisioterapia inesistente ed edemi in tutto il corpo.

Vorrei fare soltanto i nomi delle persone che hanno dimostrato di avere un cuore.
Ringrazio la Dr.ssa Alessandra Formica, che prima e dopo il FURTO del telefonino di mia madre, avvenuto tra il 15 Aprile 2022 dopo le 13:00 ed il 17 Aprile 2022 prima delle 15:00, ci faceva ogni giorno le video chiamate, sapendo quanto eravamo preoccupate per la sua salute e potendola vedere solo una volta a settimana per 15 minuti.
Grazie anche agli angeli che ci hanno dato un conforto e aiutato in tanti momenti tristi: Maurizio e Massimo che si trovavano all’ingresso, Chiara che ci accompagnava nelle stanze, Laura, la ragazza bionda che fa la OSS. GRAZIE per le dimostrazioni di umanità.

Mi chiedo: “se dovevamo stare a distanza e nessun parente poteva entrare nella stanza, chi ha preso il cellulare di mia madre?”.

A chi ha rubato il telefonino e alla dottoressa che urlava durante le visite dico:
“nella nostra famiglia mia madre ci ha insegnato Onestà, Rispetto e soprattutto Amore verso gli altri. Lei amava la vita, le persone indistintamente, l’allegria, la natura, l’arte, ed è rimasta nei cuori di chiunque l’abbia conosciuta. Voi invece siete state sfortunate, un buon modello esemplare non l’avete mai avuto..
Chi non ha sentimenti verso il mondo, non vive la vita e perde tutto ciò che di più bello ci sia.

Patologia trattata
Ictus ischemico.
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
1.0

Non è un luogo per anziani non autosufficienti

Mia madre, 86 anni, è stata ricoverata in "rRiabilitazione 5" dopo un ictus. Doveva fermarsi due mesi, ma ho firmato per portarla via dopo circa 40 giorni, non appena mi sono resa conto che era sempre più deperita e sporca, e dopo aver saputo da altri pazienti che la riabilitazione consisteva in una passeggiatina in corridoio a braccetto del fisioterapista.
In quasi un mese e mezzo non le hanno mai lavato la bocca, la lasciavano con i pannoloni sporchi a lungo (e i vestiti da lavare che mi restituivano parlavano da soli), nonostante gli operatori socio-sanitari fossero gentili, ma evidentemente in sotto organico - e nessuno mi comunicava che mia madre praticamente non mangiava più. Da sottolineare che le stanze non hanno il bagno in camera, e neanche il televisore, fatto quest'ultimo che puo' sembrare marginale, ma che nel caso di anziani non più in grado di leggere (e nel caso di mia madre neanche di parlare) è davvero una crudeltà.
Devo aggiungere che il controllo poliziesco per accedere alla struttura, controllo che superava di gran lunga le giuste misure di protezione al Covid, con personale all'entrata scortese e aggressivo (non tutto per fortuna) hanno reso questa esperienza davvero negativa. Se non c'è personale numericamente adeguato per curare ed accudire anziani non autosufficienti, non prendeteli! E ai familiari, dico: non portateli ai cavalieri di Malta.

Patologia trattata
Riabilitazione post ictus.
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
2.0

Riabilitazione post-ictus

Agli inizi di gennaio 2019 mia madre, all’età 91 anni, è stata trasferita dall’ospedale Sant’Eugenio all’ospedale San Giovanni Battista per tentare una riabilitazione a seguito di un ictus.
Il quadro clinico è apparso subito piuttosto grave, la TAC evidenziò che l’ictus aveva interessato un’ampia zona del cervello. La riabilitazione motoria e gli esercizi di logopedia per la riabilitazione della deglutizione per i quali era entrata non riusciva a farli, perché la mattina per lo più dormiva poiché le si era alterato il ciclo sonno-veglia.
Sono stati effettuati esami diagnostici e cure mediche per seguire e combattere le patologie che intanto sopraggiungevano, tra cui una forte infezione alle vie urinarie, nel tentativo di ripristinare una certa stabilità. Essendo una paziente completamente non autosufficiente aveva bisogno di cura e attenzioni continue, le infermiere facevano quello che potevano avendo troppi pazienti da seguire e così, nel giro di poco tempo, essendo alimentata in principio col sondino naso gastrico e dopo in via parenterale, la bocca le si è ferita; si sono aggiunte poi lesioni da decubito sia nei talloni che nella zona sacrale, aggiungendo altro dolore a mia madre e a noi figli che assistevamo impotenti. Stava in una stanza da sola e non potendo neanche suonare il campanello, l’unico modo che aveva per ricevere attenzione era urlare.
L’incontro con la dottoressa Rossana Belluomo è avvenuto in corridoio, mentre il mio viso si solcava di lacrime che non riuscivo a trattenere, mia madre peggiorava di giorno in giorno ed ero scossa da un turbinio di emozioni, sensi di colpa, impotenza, confusione; lei mi si avvicinò, parlammo un po’, mi consigliò dei libri da leggere, partecipando in modo sincero alla mia sofferenza. Lei ci ha guidato (a me e ai miei fratelli) in quei giorni di forte disorientamento, a prendere coscienza del fatto che nostra madre era nella fase terminale della sua vita, che doveva essere trasferita il più presto possibile in una struttura più idonea dove potessero prendersi cura di lei nel rispetto della sua dignità fino all’ultimo istante della sua vita circondata dall’affetto dei propri cari a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Dopo cinque settimane fu trasferirla in un Hospice, la dottoressa Belluomo si offrì lei stessa di accompagnarla in ambulanza anche se oltre l’orario di lavoro.
Mia madre chiuse gli occhi per sempre sei giorni dopo.
Rendo questa testimonianza per ringraziare la dottoressa Belluomo per l’umanità e la vicinanza mostrate verso la nostra famiglia ma, soprattutto, affinché chi dovesse trovarsi nella condizione di avere un proprio caro nella fase finale della sua vita, vinca la resistenza a trasferirla in un Hospice, non è abbandonarla al suo destino, ma donarle la possibilità di essere prima di tutto una persona e poi un malato.

Patologia trattata
Ictus cerebrale.
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
3.0

Riabilitazione post-ictus

Sono passati tre mesi da quando è morta mia madre e solo ora trovo la forza di parlare dell'esperienza che abbiamo vissuto presso l'Ospedale San Giovanni Battista. Mia madre il 3 settembre 2018 ha avuto un ictus e con l'ambulanza è stata portata al Sant'Eugenio dove, oltre all'ictus, le è stato diagnosticato un tumore al tronco encefalico (incurabile) e due aneurismi (uno al cervello e un altro all'aorta addominale). Dopo qualche giorno il primario di geriatria del sant'Eugenio ha deciso che - visto che per il tumore non si poteva fare nulla - si poteva almeno tentare una qualche riabilitazione per l'ictus e così è stata trasferita al san Giovanni Battista. Ad accoglierci quel giorno di metà settembre c'era la dottoressa Rossana Belluomo, che ha subito capito la gravità delle condizioni di mia madre, mi ha guardato teneramente negli occhi, come una sorella maggiore, e mi ha detto che non era quello il posto per una paziente grave come mia madre e che sarebbe stato meglio un hospice, senza vincoli di orario di visita, per poter stare il più possibile vicino a mia madre nella fase terminale della sua vita. E quindi con l'ambulanza l'ho riportata al Sant'Eugenio, scatenando le ire del primario il quale - sentito il primario del reparto Rodi1 - ha deciso che mia madre doveva tornare al San Giovanni Battista e tentare una qualche riabilitazione in attesa, dopo 60 giorni, di essere trasferita in una RSA. Mia madre era immobile a letto, era diventata afasica in seguito all'ictus e aveva bisogno di cure continue. Le infermiere erano molto gentili, ma avevano tantissimi pazienti da accudire, mia madre non riusciva né a parlare né a premere il campanello per chiedere aiuto e, per fortuna, stava in una stanza grande con altre cinque pazienti che, al bisogno, si attivavano per lei. La famosa riabilitazione non c'è mai stata, un fisioterapista fu molto chiaro, a questo proposito, con mio fratello, dicendogli che la fisioterapia era per pazienti con tutt'altre patologie. Dopo circa 40 giorni di degenza le condizioni di mia madre sono peggiorate, ha avuto delle crisi respiratorie e i valori erano tutti sballati. La dottoressa Belluomo si era affezionata a mia madre ed è stata di grande supporto pure per me, perché in situazioni del genere - ma direi in tutte le situazioni di malattia - è fondamentale avere ben presente quella che per me è la regola numero 1 di un medico, ossia considerare che si hanno davanti delle persone, con la loro individualità e la loro storia. Con molta dolcezza mi ha fatto capire che mia madre era terminale, abbiamo parlato con l'assistente sociale e finalmente il 7 novembre è stata trasferita all'hospice della clinica Annunziatella. Io sono stata avvisata tardi del trasferimento e, arrivata all'hospice, ho trovato la dottoressa Belluomo che era salita in ambulanza per accompagnarla all'Annunziatella, tenendole sempre stretta la mano e rassicurandola. Non potrò mai dimenticarlo e le sarò grata per sempre. Mia madre all'hospice ha trovato il posto più dignitoso per morire, le hanno fatto la terapia del dolore e piano piano, con noi figli e mia nipote vicino, se n'è andata per sempre.

Patologia trattata
Ictus cerebrale.
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
2.0

Riabilitazione - Reparto Rodi1

Mia madre, 84 anni, è stata ricoverata presso il reparto Rodi1 per circa 30 giorni. Pessima assistenza infermieristica: non manca la competenza ma la pazienza, il rispetto, l'umanità. Infermieri scortesi con i pazienti (prevalentemente anziani), tranne che in presenza dei familiari. Pazienti poco accuditi e solo ad orario (e peggio per chi espleta i propri bisogni corporali lontano dall'orario previsto per il cambio dei pannoloni); mancano spesso i farmaci che i pazienti devono portare da casa. Pazienti non autosufficienti nell'alimentarsi, ricevono poca, veloce e svogliata assistenza (e di conseguenza rimangono spesso digiuni). Se esce un ago dalla vena e il contenuto della flebo si riversa sul letto, pazienza: la terapia viene interrotta e le lenzuola vengono cambiate solo quando previsto dalla tabella dei cambi. Risultato: terapie discontinue e pazienti spesso lasciati nei letti bagnati. Spesso il personale che somministra le terapie dimentica qualche farmaco. Personale medico poco esaustivo nelle informazioni ai pazienti e ai familiari.
Buona l'assistenza dei fisioterapisti (un'ora al giorno).
Attenzione inoltre alle prescrizioni degli ausili in fase di dimissione: si rischia di trovarsi costretti ad acquistarli presso una sanitaria "consigliata" dagli stessi medici del reparto fuori dalla procedura del SSN, con la conseguenza di vedersi negare il rimborso dove dovuto.

Patologia trattata
Esiti di frattura del femore.
Voto medio 
 
3.3
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
1.0

Ottima professionalità dei medici

Dopo una lunga degenza all'ospedale San Camillo, siamo arrivati al reparto La Valletta con mio padre reduce da un intervento di frattura del femore, aggravato da arresto cardiaco e embolia polmonare
Ringrazio in primis il Signore Iddio, poi la dottoressa Mistura e il dottore Sanzone per come lo hanno assistito e curato con grande umanità, semplicità e bravura e.. pazienza.

Patologia trattata
.
Patologia trattata
Riabilitazione per frattura di femore con complicanze.
Punti di forza
Bravura dei medici e anche di alcuni infermieri.
Punti deboli
La pulizia, un po' scadente.
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
2.0

Riabilitazione post emorragia cerebrale

Purtroppo siamo capitati in questa struttura, dove la mia mamma doveva fare riabilitazione dopo un'emorragia cerebrale ed e' stata messa nel reparto chiamato di risveglio.
Non ci siamo trovati per niente bene, prima di tutto i pazienti con questo tipo di problema hanno bisogno di molta assistenza e loro non sono in grado di darla; devono essere controllati spesso e non lasciati lì nel letto senza essere controllati. Un giorno siamo arrivati e mia mamma era tutta sporca di vomito, avevano messo un lenzuolo sul cuscino per coprirlo; un altro giorno tutta sporca di un'altra cosa; non le cambiavano il pannolone quando faceva la pipi' e poi mi dicono che aveva l'infezione alle vie urinarie.. ci credo, li lasciano bagnati! Gli infermieri non controllano i pazienti e, quando li chiami, prima che vengano... Una cosa sconvolgente è che ci siamo accorti noi che mia mamma stava male, quando siamo andati a trovarla la sera.. Per fortuna che ci siamo andati, perchè e' stata trasportata in codice rosso con una crisi respiratoria in corso e quasi in coma al pronto soccorso.. Se non andavamo a trovarla, chissà che succedeva.... Purtroppo la mia mamma mi ha lasciato, non ce l'ha fatta, ha avuto una polmonite dovuta da inalazione da cibo che sicuramente ha contratto lì.. e loro non se ne sono accorti. A me ha fatto una pessima impressione questa clinica.

Patologia trattata
Riabilitazione post emorragia cerebrale.
Voto medio 
 
2.3
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
1.0

Disappunto per il reparto de la Valletta

Mi trovo a dover scrivere per rendere noto a tutti quello che mi e' successo. Mio padre, un parkinsoniano di dodici anni di malattia, si è trovato catapultato nel reparto del Dottor Cecconi che ha tutto l'aspetto di un reparto obsoleto, con stanzoni a sei letti dove lo spazio vitale è ridotto al minimo, dove le carrozzine fanno fatica ad entrare in camera, dove c'è un solo bagno al centro del reparto per 25 malati tutti disabili, dove un medico scambia una fase off, tipica della malattia, per una crisi epilettica imbottendo mio padre di Valium, dove la presunzione di saper gestire tutte le patologie ha permesso di non poter trasferire mio padre nel reparto del dottor Fabio Viselli, che invece si occupa solo di Parkinson. Sono quindi stata costretta a dover firmare e portarmi via mio padre che, oltretutto, solo dopo sei giorni in questa struttura, aveva già piaghe da decubito al sedere.
Quel reparto ha sicuramente delle persone di valore, che però vengono annebbiate dalla gestione globale dello stesso.
Una lode per l'impegno costante degli infermieri, che fanno quello che possono in una situazione al limite, e al dottor Sanzone, che deve mediare per gli errori altrui.. e per la sua cortesia.
Con forte disappunto, Vincenza Marmo

Patologia trattata
Morbo di Parkinson.
Punti deboli
pulizia, mancanza di assistenza di base, presunzione.
Voto medio 
 
2.3
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
1.0

In decadenza

Del titolo blasonato Cavalieri di Malta, rimane solo un antico ricordo...
Mia moglie è stata lasciata per 42 giorni in reparto di riabilitazione neurologica per aspettare 1 ora sola di fisioterapia al giorno, in palestre senza mezzi idonei, sotto organico di personale e con una mensa giornaliera da vergogna in un paese civile, tanto da sollecitare una indagine dei carabinieri dei Nas (tutto è stato documentato da video).

Patologia trattata
Riabilitazione dopo intervento cervicale.
Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
2.0

Non lo consiglio se non si è autonomi

Dopo due giorni abbiamo portato via nostro padre da qui. La nostra esperienza risale a fine agosto 2018, dopo che mio padre era stato ricoverato, paziente anziano, al Policlinico Umberto I il 19 agosto in codice rosso. Mio padre è stato dimesso dal primo nosocomio con notevoli capacità ripristinate e ottima presenza, nonostante l'esteso danno neurologico ricevuto. Dopo il ricovero d'urgenza e le ridotte capacità nel deglutire cibi solidi, l'emorragia ha comportato il manifestarsi di disfagia; alla sua dimissione dal policlinico era in condizioni di nutrirsi regolarmente anche se assistito per il movimenti non ancora ben coordinati. Ricoverati presso questa struttura, siamo tornati a dieta liquida e nessuno per assisterlo, almeno durante i pasti. Premetto che il mio mestiere e quello di ispettore del lavoro. Nel giro di due giorno abbiamo trovato mio padre disidratato, con la pipì che gli aveva già provocato estesa infezione, sporco di cacca... e con i vestiti che gli avevamo fornito per i cambi completamente sporchi (il pannolone pieno era stato "riposto" nel suo armadietto. Paziente in completo stato confusionale. Cercato il personale di turno per chiedere spiegazioni, abbiamo trovato gli "infermieri" (forse OSS) che venivano redarguiti dalla solo dottoressa presente di turno, perché avevano dato un dosaggio errato di insulina ad un paziente diabetico. Cercate spiegazioni sullo stato igienico del paziente, siamo venuti a conoscenza del fatto che era in servizio una unica sola dottoressa (2 se sommiamo la dirigente scesa per le nostre grida) per l'intera struttura.
Pulizia e stato di manutenzione del reparto inqualificabili (magari replicano che stavano ristrutturando) con letti degli anni '70 ed impianto di condizionamento appena uscito da una guerra... Probabilmente se sei un paziente autosufficiente dal punto di vista mentale ed arrivi alla fisioterapia, le cose potrebbe funzionare bene altrimenti, come nel nostro caso, mio padre non so se sarebbe più uscito. Camerate con 7 letti, bagni in comune dove potersi "lavare" con la pompa dell'acqua.
PS: mio padre è tornato attivissimo ed in ottima salute nonostante il molti danni cerebrali!

Patologia trattata
Esiti di emorragia cerebrale.
Voto medio 
 
1.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
1.0

Rodi 2

Mia madre è stata ricoverata a giugno, dopo operazione al femore, e la riabilitazione ha lasciato molto a desiderare. Stanze con 5 pazienti anziane e bisognose di tutto, tanto che le aiutavo io e la mia famiglia o si aiutavano tra loro; il corridoio si è allagato almeno due volte; i bagni in comune avevano le doccine rotte e quindi lavarsi era un'avventura; alcuni infermieri non si curavano per nulla dei pazienti; molto spesso passavano il tempo a fumare; i fisioterapisti se lavoravano, impegnavano al massimo per 1 ora, 1 ora e mezza al giorno i degenti; mia madre si è tolta il pannolone da sola e ha comunque avuto la piaga da decubito; durante il weekend nessuno si occupava di riabilitazione e siccome i medici visitavano i pazienti una volta a settimana se va bene, io e mia sorella ci siamo improvvisate fisioterapiste per attivare i muscoli di mia madre e permettere una migliore circolazione, visto che il ginocchio si era gonfiato e nessuno si interessava alla sua salute. Una volta uscita dai Cavalieri, mia madre ha fatto riabilitazione privatamente, perchè lì era solo parcheggiata e il personale è poco professionale e solo pochi infermieri si comportano umanamente.

Patologia trattata
Riabilitazione dopo frattura femore.
Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
2.0

Reparto Rodi 2 - riabilitazione motoria

Mia madre è stata ricoverata lo scorso mese di agosto presso il reparto Rodi 2 dell'ospedale San Giovanni Battista per la riabilitazione motoria dopo un intervento di protesi al femore a seguito di una caduta. E' rimasta ricoverata per un mese intero, durante il quale ha fatto fisioterapia con una persona sufficientemente competente; il personale infermieristico ha un atteggiamento alquanto menefreghista (soprattutto gli infermieri Rossano e Alessandra!), per cui se li chiami per farti cambiare perchè sei allettato, in tutta risposta ti rispondono che devi alzarti da sola e andare al bagno da sola, almeno ti pulisci meglio di quanto fanno loro solitamente! Non sono stati neanche in grado di gestire il diabete di mia madre, facendole salire i valori della glicemia fino a 500... Alla fine abbiamo dovuto chiamare il diabetologo di fiducia che segue mia madre, chiedendo come poter abbassare la glicemia. In tutto questo, sono anche riusciti a farle infettare un punto di sutura dell'intervento di protesi subìto, perchè non avevano neanche la decenza di medicare la ferita fresca! In mezzo a tutta questa incompetenza, le uniche persone degne di nota sono l'infermiera Laura, sempre attenta alle necessità dei pazienti, Sara e Luca.

Patologia trattata
Riabilitazione motoria.
Voto medio 
 
1.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
1.0

Riabilitazione post ictus

Ricovero persona anziana con esito da ictus. Esperienza e trattamento pessimo. Malato dimesso completamente inabile ed invalido. Consiglio di evitare il ricovero in questa struttura.

Patologia trattata
Riabilitazione post ictus.
Punti deboli
Poca igiene.
Medici e personale sanitario sgarbati ed incompetenti.
Struttura obsoleta.
Un solo bagno comune per numerose camere.
Poca disponibilità ed umanità verso pazienti fragili.
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
2.0

Struttura improponibile

Indicatami come una struttura riabilitativa di eccellenza, e non posso dire che non lo sia, sono fuggito dopo un giorno per la sporcizia dei locali, dei bagni comuni e degli armadietti, per la trascuratezza ed il disordine dei reparti. Un minimo di tollerabilità è demandata solo alla gentilezza ed alla cortesia di una parte del personale medico ed infermieristico. Ma visitina ispettiva da parte di chi dovrebbe garantire professionalità igiene ed efficienza??

Patologia trattata
Riabilitazione post artroprotesi ginocchio.
Punti di forza
probabilmente il ciclo fisioterapico.
Punti deboli
Igiene.
Voto medio 
 
1.3
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
1.0

Pessima esperienza

Mia madre è stata ricoverata presso questa struttura per un mese per fare la riabilitazione motoria a seguito di un'operazione alla gamba. A parte la struttura veramente sporca e fatiscente (prese penzolanti dai muri, file di formiche nei bagni), quello che colpiva subito era l'esiguo numero di infermieri, oltretutto - per la maggior parte (tranne rare eccezioni) - scortesi ai limiti della maleducazione.
A volte dimenticavano le terapie per mia madre, ma si seccavano se gli venivano sollecitate.
Visto il tipo di degenti (per la maggior parte persone anziane, tutte in riabilitazione motoria), le camere a 5 letti senza bagno fanno sì che poche persone possano usufruire dei servizi autonomamente. Chiamati con il campanello per chiedere la padella, gli infermieri tardano anche mezz'ora a presentarsi, suggerendo poi di mettere il pannolone per comodità (loro). Infatti il pannolone viene cambiato ad orari prestabiliti, anche se è bagnato da ore. Questo favorisce l'insorgere di irritazioni e piaghe anche in persone che fino a prima del ricovero erano autonome, da questo punto di vista.
Il vitto viene fatto scegliere con due giorni di anticipo, ma per la maggior parte delle volte quello somministrato non corrisponde alle pietanze che sono state scelte.
Unico punto a favore, la parte della fisioterapia, molto caotica, ma che pian piano ha dato i risultati attesi.

Patologia trattata
.
Patologia trattata
Riabilitazione a seguito frattura femore.
Punti di forza
Alcuni fisioterapisti.
Punti deboli
Infermieri: pochi e scortesi.
Struttura fatiscente.
Igiene pessima.
Un solo bagno comune per numerose camere, il più delle volte sporco e con scarico inefficiente.
Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
1.0

Reparto Rodi

Reparto caotico e poco pulito, somministrazione delle terapie senza rispetto delle tempi, infermieri scorbutici.

Patologia trattata
Riabilitazione post frattura.
Punti di forza
Fisioterapia.
Punti deboli
Assistenza infermieristica, pulizia.
Voto medio 
 
1.3
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
2.0

Assistenza ridotta al minimo

Il centro vanta una storia significativa e bella, ma devastata allo stato attuale da una totale e profonda disattenzione sul piano umano, infermieristico e riabilitativo. Poche sono le ore di riabilitazione settimanali e vi è assenza del contatto con i parenti. Reparti sporchi, infermieri chiusi in stanza durante l'ingresso dei parenti con pressochè totale assenza sul feedback del percorso di cura. Centro assolutamente non autonomo nella gestione dell'emergenza e delle procedure di base. Ad esempio mio padre, che ha poi evidenziato presso altro centro, dopo che lo avevo portato via contro parere, un ottimo percorso ad integrum, è rimasto scarsamente seguito con un ridotto numero di ore di attività riabilitativa; il disordine regna sovrano; le stanze sono da sei letti secondo modelli assolutamente anacronistici. Questa struttura dovrebbe esprimere un modello cristiano di assistenza, ma sono ancora molto lontanti

Patologia trattata
Esiti trauma cranico grave.
Punti di forza
La struttura, sebbene mantenuta in stato di abbandono; la posizione rispetto al centro.
Punti deboli
Infermieri disattenti, assistenza ridotta al minimo sindacale, letti vecchi, sporcizia.
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